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Sergio Caivano. Il Percorso della Memoria 
Da Sondrio a Tirano
12 Settembre 2022
 

Ormai molte scolaresche, guidate dagli accompagnatori, l’hanno già affrontato. Si tratta del percorso della memoria”, istituito nel 2015 in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione da Vittorio Spinelli e dal sottoscritto, quando l’Anpi provinciale e il Comune di Sondrio ritennero necessario ricordare la conquista della città da parte dei partigiani e, con la stessa, la Libertà e la democrazia. A tale scopo pubblicarono un breve pieghevole intitolato I luoghi della memoria, visita agli itinerari della Resistenza a Sondrio. La visita si articola in sette tappe.

Si parte dal monumento ai partigiani di piazza Campello, realizzato nel 1968 dallo scultore Livio Benetti, consistente in diverse figure di patrioti in bronzo situate alla sommità di un monolito. Si prosegue sino al Parco delle Rimembranze che accoglie le spoglie dei caduti nelle varie guerre; sulla sinistra, dietro un’iniziativa di Ferruccio Scala, storico della Resistenza locale, una lapide ed una serie di targhe riportano i nomi degli ebrei catturati nelle nostre valli dai nazifascisti e destinati al famigerato binario 21 della Stazione Centrale di Milano per essere avviati verso i campi di sterminio. Il percorso continua fino all’incrocio tra via Cesura con Via Piazzi, dove si trova il piazzale Largo Pedrini, già tenente degli alpini, comandante di una Brigata Sondrio operante nella zona di Boirolo, catturato dai fascisti in località Gaggio sopra Castione, torturato ed ucciso. Una targa alla memoria ricorda questo martire della Libertà. La quarta tappa ci porta alla caserma Colonnello Alessi, sede dei carabinieri. L’8 settembre Edoardo Alessi rimane al suo posto per salvaguardare la cittadinanza. Poi protegge ebrei, partigiani isolati, militari sbandati consentendone l’espatrio in Svizzera. Su di lui pende un ordine di cattura impartito dai fascisti. Si rifugia in territorio svizzero, a Campione d’Italia. Nel febbraio ’45 “Marcello”, questo il suo nome di battaglia, rientra in Italia per assumere il Comando della “Divisione Alpina volontari della Libertà”, che vede coalizzate tutte le formazioni partigiane. Il 26 aprile viene ucciso, all’alba, assieme al suo attendente Cesare Cometti da fascisti in perlustrazione nella frazione di S. Anna, dove si trovano per incontrarsi poi a Castione con i Parravicini, nota famiglia di antifascisti e partigiani.

Al cimitero di Sondrio tre colonne di marmo, ciascuna spezzata in due, raffigurano tre giovani vite stroncate dall’odio e dalla ferocia fascista esplosa contro gli abitanti della frazione Triasso, ove decine di camicie nere, il 6 aprile ’45, irrompono nella frazione, radunano la popolazione, fanno sapere che se non vengono rivelati i nomi degli uccisori di un fascista sulla strada provinciale, saranno fucilati tutti gli uomini. Non è dato sapere se i presenti fossero in grado di rispondere. Di fatto nessuno parla. Le donne, alcune con i bambini in braccio, implorano, piangono. Lacrime ed implorazioni non servono. Vengono scelti quattro uomini, due sono fratelli. I fascisti chiedono al padre chi vuole risparmiare. Il padre non sa, non vuole rispondere. I carnefici scelgono loro e passano per le armi Carlo Dell’Agostino, Carlo Stangoni e Silvio Melè. Poi applicano il fuoco alle case di Triasso e della Sassella. Dopo la Liberazione, la Corte d’Assise Straordinaria del Tribunale di Sondrio condanna a morte i tre ufficiali.

L’itinerario prosegue con la penultima tappa, quella alla passerella sul Mallero del ponte del Gombaro, ove c’è il monumento al Moro”. Qui, il 15 aprile ’45, di notte, accade un brutto episodio. Tra i partigiani e gli alpini di stanza al Castel Masegra si stabilisce un accordo, in base al quale armi e munizioni verranno trasportate sino al ponte del Gombaro, ove alcuni partigiani le avrebbero raccolte. Ma qualcosa non funziona. Quando Andrea Graziadelli guida i compagni sulla passerella viene accolto da raffiche di mitra sparate dai fascisti dal Lungo Mallero Diaz. Graziadelli risponde al fuoco per consentire ai compagni il ripiegamento, ma viene gravemente ferito e catturato. In carcere, nonostante le torture, dice solo: Sono il Moro, e sono partigiano”. Non gli cavano una parola in più. Perciò viene ucciso. Il monumento eretto nel dopoguerra riporta, in alto, Al Moro” e, in basso, Ai partigiani caduti per la Libertà”.

Conclude il percorso il Castel Masegra, dove si trovano asserragliati trecento camicie nere. I partigiani li accerchiano da tutte le parti. Dopo una breve sparatoria, i fascisti si arrendono e si consegnano ai partigiani. È il 28 aprile 1945. Sondrio è libera!

Più recentemente, nel quadro della conservazione e tutela del patrimonio storico-culturale, la classe III A del Liceo scientifico “B. Pinchetti”” di Tirano, ha dato vita ad un lavoro dedicato al percorso della memoria, relativo alla Resistenza della città di Tirano, ed intitolato Tirano Percorso della Resistenza”. Il lavoro è stato eseguito sotto il coordinamento didattico dei professori Adelaide Marino e Alessandro Materietti. Ha coordinato il progetto Fabio Panighetti dell’Anpi tiranese, con la consulenza storica del prof. Ennio Emanuele Galanga e dell’ISSREC. Il percorso si articola in 15 tappe, ciascuna delle quali mette in risalto gli episodi caratteristici di quel 28 aprile 1945 che vide, dopo un’aspra battaglia, la fuga dei tedeschi in Svizzera, la resa dei miliciens francesi di Darnard, la resa dei fascisti italiani e la presa della città da parte delle varie organizzazioni partigiane, appoggiate dalla locale Guardia di Finanza. In particolare una cartina indica i siti più significativi da percorrere. SITO 10 – Viale Italia 24, centro commerciale; SITO 11 – Viale Italia 162, Caserma Mottana; SITO 12 – Piazza Basilica 1, Convento Servi di Maria; SITO 13 – Piazza Basilica 15, Palazzo S. Michele, Caserma guardia di Finanza; SITO 14 – Via Elvezia 25, Stele di Giusti; SITO 15 – Santa Perpetua, postazione SAP (squadre d’azione patriottica). Vengono indicati anche i relativi tempi di percorrenza.

Dopo la battaglia di Grosio del 18 aprile, anche la città di Tirano conquista la propria libertà il 28 aprile 1945!

 

Sergio Caivano


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