Un pomeriggio speciale quello vissuto a Poggiridenti, martedì 30 agosto, in compagnia dei cercatori del gruppo Oro e passione, che rappresentano i colori dell’Italia nelle varie competizioni del settore. Con mio figlio Gioele abbiamo aderito all’iniziativa, rivolta ai bambini, organizzata da Andrea Periti e l’associazione A casa di Giusy, per far conoscere questa interessante attività, anche ai più piccoli. Si trattava di un corso teorico/pratico di ricerca dell’oro per coinvolgere in questa disciplina sportiva ragazzini della zona e vedere se c’è qualche appassionato che si vuole lanciare, in vista anche del campionato italiano 2022 previsto, nel mese di ottobre, a Biella.
Andrea Periti, cercatore d’oro, allena da qualche anno anche i due figli Mattia e Chiara, che in poco tempo hanno raggiunto importantissimi risultati ai mondiali di Zlotoryja (Polonia), manifestazione che si è svolta nel mese di agosto di quest’anno. Mattia, 16 anni, ha conquistato la medaglia d’argento, nella categoria professionisti, chiudendo in 1'09" a soli 2" dal campione svedese, mentre la sorella Chiara si è classificata nona nella sua categoria. «In gara hai il tuo secchiello che viene riempito di sabbia e di pagliuzze», spiega Mattia. «Ce ne sono dalle 5 alle 12, tu non conosci il numero di pagliuzze nel tuo secchio ma devi essere il più veloce possibile a trovarne il maggior numero, lavando la sabbia nella vasca dell’acqua. Alla fine si fanno i conti. Chi trova tutte le pagliuzze d’oro non ha penalità mentre ad ogni pagliuzza nel secchio corrispondono 3' di più».
Per i mondiali della Polonia sono partiti in 160 nella categoria professionisti. In gara c’erano i migliori cercatori d’oro da Paesi come Canada, Usa, Sudafrica, dove la disciplina è uno “sport riconosciuto”. In Italia è il Piemonte la regione che viene considerata quella più aurifera del Paese, anche se non paragonabile a quelle di fama mondiale. Anche in Valtellina quelle che si nascondono tra le acque dei torrenti di montagna sono piccole pepite e pagliuzze d’oro, spiega l’esperto Andrea Periti, e sono molto particolari perché hanno viaggiato poco. Si sono staccati dal giacimento primario e hanno rotolato brevemente nel fiume; si tratta di oro eluviale.
«L’interesse per la ricerca dell’oro è nata per caso», racconta papà Andrea, «quando cercavo invano uno sport da far praticare al figlio Mattia, che non si dimostrava interessato alle classiche discipline sportive. Guardando in TV le trasmissioni del settore, abbiamo iniziato a documentarsi fino a scoprire che esistevano delle gare. Ho iniziato a praticare l’attività nei torrenti della Valtellina, coinvolgendo dapprima il figlio Mattia e ultimamente anche la figlia Chiara, studenti presso l’ITS di Sondrio. Ci siamo informati sui social sul movimento italiano dei cercatori d’oro, ci siamo iscritti alle prime gare in Piemonte (Biella è un po’ la patria italiana della disciplina) e poi al primo campionato tricolore nel 2018».
Dopo una parte teorica spiegata da Andrea, dove oltre a fornire notizie sul nostro territorio valtellinese, su dove e come si può trovare l’oro nei torrenti, mostrando anche vari tipi di batea si è passati al lato pratico. I ragazzini, un gruppetto di otto bambini, a turno hanno sperimentato, guidati da Mattia ed Elena Mocanu, campionessa plurimedagliata di Milano, la ricerca in vasca. Tutti muniti di batea e fialetta con pagliuzze d’oro disseminate nella sabbia, hanno sperimentato l’ebbrezza di trovare questo metallo prezioso. Un’esperienza molto interessante, che ci porta ad approfondire l’argomento. La pratica di questo particolare passatempo ci porta a stretto contatto con la natura e ad affinare qualità pazienza e l’impegno, qualità utili per raggiungere un risultato in ogni campo.