Da molti anni richiamiamo l’attenzione sulla bellezza del Palazzo del Podestà di Caspano (1560) e sulla sua protezione. Diversi articoli sono usciti nelle pagine di ‘l Gazetin e di Tellus folio. Da sempre cerchiamo di sollecitare ammirazione e stupore intorno a questa opera del Rinascimento che ben si annovera tra le massime costruzioni dell’epoca di cui la Valtellina è orgogliosa e fiera (cfr. anche il volume Il palazzo del podestà di Caspano in Lombardia MDLX. Testimonianza di civiltà e cittadinanza attiva, ed. Kappa 2011). La citazione dei numerosi Palazzi di Morbegno, di Traona e dello stesso Palazzo Besta a Teglio (circa 1433), di gran lunga precedente, ma sicuramente modello incontestabile di vivacità architettonica, conferma l’impulso originario di chi ha creato le forme modellando la materia, fino a conferire alla pietra un movimento inaspettato che slancia questo Palazzo, in particolare, verso l’alto della montagna e lo restituisce verso il basso della valle.
Viene spontaneo restare attoniti di fronte al genio di chi ha voluto e di chi ha costruito il Palazzo del Podestà in un luogo così lontano dai centri cittadini; vale a dire a Caspano, borgo del Comune di Civo. Dopo oltre quattro secoli, il Palazzo resiste alle avversità che ne hanno sfregiato il volto e sembra risorgere a nuova vita ogni volta che qualcuno si ferma per contemplare, con rispetto e discrezione, ciò che gli antenati hanno consegnato alla cura dei posteri.
Quando si intuisce la forza di questa testimonianza, si viene presi dal vortice della maestria e della tecnica che trasudano da ogni angolo del Palazzo. Il Portale di ingresso e le altre due porte di accesso agli ambienti interni parlano della vita che si trascorreva in questo ambiente abitato da persone appassionate di arte e cultura, dedite allo studio. La ricostruzione del sacerdote Giovanni Libera, prevosto di Caspano (1926), narra del Podestà di Traona amante del suo soggiorno estivo nel Palazzo di Caspano e per questo, nel tempo, si conserva la denominazione “Palazzo del Podestà”, come dire che l’alta carica dava l’identità a quel bell’edificio descritto con gli elementi costitutivi del portico, del colonnato, delle carceri. Queste ultime in seguito diventate cantine e stalle. Se nel Cinquecento gli abitanti si dilettavano nell’esercizio militare e nella coltivazione delle lettere, sul finire del Settecento la Repubblica Cisalpina di Napoleone Bonaparte sconvolge il profilo del territorio ed anche nel Palazzo vi è il triste uso della ghigliottina. Giovanni Libera vive a Caspano e annota il “profondo silenzio” nel Palazzo “interrotto solo dal fischiar del vento o dal batter dell’ala dei pipistrelli” (p. 18). Per inciso o per ipotesi, viene spontaneo pensare alla leggenda del Drago di Caspano che l’immaginazione inarrestabile alimenta quasi senza limiti. A corredo della sua unica e preziosa esposizione, il sacerdote allega la fotografia del portico con molta gente di tutte le età, dai bambini, ai giovani, agli anziani, in posa per il ritratto che li renderà famosi. Alcuni di loro sono probabilmente vissuti fino a pochi decenni fa. Comunque, sempre troppo lontano dal rigoglioso periodo del Cinquecento al quale conviene riferirsi poiché lì c’è l’anima che ha generato il Palazzo.
Non per caso, bensì per scelta consapevole e conseguente a quanto fin qui richiamato alla riflessione del lettore, ha finalmente trovato la sua giusta via di realizzazione il Progetto sottoposto alla valutazione della Fondazione ProValtellina, ente filantropico di Sondrio, dal titolo “Cultura e Formazione nel Palazzo del Podestà di Caspano”. Il Progetto, presentato dall’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni, a carattere pedagogico, in partenariato con l’Associazione La Centralina Onlus, organizzazione di volontariato, prevede di formare gli insegnanti affinché sollecitino bambini e adolescenti alla scoperta laboratoriale di questo piccolo grande monumento, indiscutibile bene dell’umanità tutta, oggetto primo di riscontro di educazione civica, cittadinanza attiva e conoscenza della Costituzione italiana. Le aspettative sono molte ed il lavoro di programmazione del percorso pedagogico richiede impegno ed entusiasmo. L’accostamento Palazzo del Podestà di Caspano e Fondo Pizzigoni si spiega con l’elezione per la conduzione del Progetto del metodo sperimentale della maestra Giuseppina Pizzigoni (1870-1947), spirito intraprendente, fondatrice della Scuola Rinnovata di Milano (1911). Tra le fonti per la ricerca della documentazione utile citiamo la risposta di piena collaborazione ricevuta dalla Biblioteca civica Ezio Vanoni di Morbegno. Le scuole che aderiscono al Progetto sono l’Istituto Comprensivo “Giovanni Gavazzeni” di Talamona e l’Istituto di Istruzione Superiore “Saraceno-Romegialli” di Morbegno. Nel tracciare il sentiero del cammino che ci attende, un posto prioritario è assegnato alle istituzioni che tutelano, con il vincolo, il Palazzo del Podestà, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese al Comune di Civo.
L’iniziativa, senz’altro significativa per tutti, è foriera di una virtuosa interazione sociale a sostegno del Museo itinerante nel quale il Progetto avrà la sua logica confluenza.
Sandra Chistolini
Articoli di Sandra Chistolini sul Palazzo del Podestà di Caspano
2001: “Caspano. Il Palazzo del Podestà – MDLX. Il Rinascimento della montagna”, in ’l Gazetin, anno XII, n. 7, luglio, pp. 11-12.
2002: “Nomi omonimie identità sommerse. Il Palazzo del Podestà di Caspano docet”, in ’l Gazetin, anno XIII, n. 5, maggio, pp. 5-6.
2002: “Caspano. La Latteria sociale nel Palazzo del Podestà”, in ’l Gazetin, anno XIII, n. 10, ottobre, p. 9.
2004: “La tutela architettonica tra ecosistema ed antropologia. Il territorio nazionale include Caspano”, in ’l Gazetin, anno XV, n. 2, febbraio, pp. 16-17.
2005: “Relazione storico-artistica della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici. Il Palazzo del Podestà di Caspano. Le ragioni della tutela vincolistica ai sensi del Decreto Legislativo n. 490/1999”, in ‘l Gazetin, anno XVI, n. 10, ottobre, pp. 12-13.
2012: “Il nonno di Caspano alla nipote in America 1946-1951”. Carteggio essenziale agli emigrati dalla Valtellina”, in ‘l Gazetin, anno XXIII, n. 10, ottobre 2012, pp. 6-8. Prima in Tellusfolio, 15 settembre 2012.
2019: “Il Palazzo del Podestà di Caspano. La morale della favola sull’uso improprio del bene architettonico”, in Tellusfolio, 6 ottobre 2019.