Sabato , 23 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Laboratorio
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Adriana Peregalli, partigiana di Rogolo 
di Sergio Caivano
La locandina di un
La locandina di un'altra presentazione del libro di Adriana Peregalli 
22 Maggio 2022
 

Riceviamo l’invito a partecipare alla presentazione del libro Chiaro di luna, una vita, che raccoglie le memorie di una staffetta partigiana. Ci rechiamo a Rogolo, Paolo Sironi ed il sottoscritto, per assistere all’evento. Adriana Peregalli ci accoglie con un largo sorriso. Si vede subito che è felice della presenza di rappresentanti dell’Anpi. Un presentatore ci rimprovera per non aver dato alla lotta partigiana della bassa valle il dovuto rilievo, in nessun testo. È vero, la trattazione di quella lotta partigiana è scarna, ma è dovuta alla scarsità di fonti al riguardo. Forse non ha visto l’ultima edizione di Immagini della Resistenza, che in parte rimedia quanto denunciato.

Poi Adriana ci fa dono, con dedica del testo scritto da Giuseppe Corti e Gina Dell’Oca che, nella presentazione, precisano: “…abbiamo sentito il bisogno di permettere ad altri di condividere la nostra esperienza, fermando sulla carta l’autobiografia di Adriana ricca di vicende, a volte serie, a volte umoristiche: il senso dello humour è proprio della sua personalità che, anche in situazioni drammatiche, riesce sempre a cogliere gli aspetti positivi e lucidi. Adriana è una grande affabulatrice: quando racconta ti avvince e ti fa sognare. Abituata, come insegnante, a coinvolgere i suoi alunni con una esposizione chiara ed accattivante, ci ha introdotto nel suo mondo personale e reale con un linguaggio colorito, reso vivissimo da particolari sguardi ed atteggiamenti mimici che, non sempre, siamo riusciti a rendere per iscritto”. La presentazione conferma la duttilità e le capacità dialettiche. Adriana risponde con affabilità a tutta una serie di domande sulla sua vita, in particolare sulla sua esperienza di staffetta partigiana. Noi donne” dice “siamo entrate nelle formazioni partigiane per aiutare i nostri fratelli, mariti, fidanzati, poi siamo rimaste coinvolte con vari incarichi. Si agiva da incoscienti, senza la percezione reale dei pericoli che correvamo”.

Ma veniamo ai fatti. Dopo l’8 settembre il fratello Aldo, sergente dell’esercito, ritorna dall’Albania, dove conosce un certo Hans del comando tedesco, in realtà facente parte del controspionaggio. Aldo e Hans organizzano il trafugamento di armi e munizioni, che depositano in un ripostiglio di casa Peregalli. Matura la decisione di combattere i tedeschi. In montagna ci sono già alcuni sbandati. Quando arriva Siro Losi, noto partigiano della 55ª Brigata “Rosselli”, altri giovani si uniscono agli sbandati. Aldo diventa il comandante del distaccamento Rosalino Pio” operante in Val Gerola. Sorgono altri distaccamenti. Adriana ed altre ragazze, attraverso sentieri impervi e sconosciuti ai più, portano i viveri e gli indumenti. Inizia così la lotta partigiana dei due fratelli. Adriana va in montagna coi partigiani del fratello e vive con loro, dormendo in una baita fredda per i tanti spifferi. Dopo diverse azioni di guerriglia contro i nazifascisti, nell’inverno del ’44 i patrioti sono costretti a rifugiarsi in Svizzera aprendosi una via di fuga in mezzo alla neve. Adriana torna a casa, ma continua con fervore la propria attività di staffetta, correndo sempre alti rischi. Le viene detto di trovarsi alla stazione di Sondrio, dove è attesa da amici per ottenere utili informazioni per i partigiani. È un tranello. A Sondrio, ad attendere lei e Natalina, ci sono dei fascisti. Le trascinano per la strada, pestandole ed insultandole, poi le rinchiudono in un locale buio. Adriana si butta giù dalla finestra del locale in cui sono chiuse, fugge, per fortuna conosce un compaesano che riesce a rilasciarle un lasciapassare tedesco, con la madre viaggia e raggiunge Albino, un paesino della bergamasca dove viene accolta da una sorella. Natalina invece, che non ha il coraggio di gettarsi dalla finestra, viene inviata a S. Vittore. Entrambe figurano nell’elenco dei deportati. Adriana rimane ad Albino fino alla Liberazione. In primavera i partigiani tornano dalla Svizzera e, dopo poco, costringono alla resa i fascisti. Adriana torna a Rogolo.Noi donne partigiane dice Adriana “ci vergognavamo, perché la gente criticava la nostra presenza in montagna assieme ad uomini”. Con vivo senso umoristico, Adriana ricorda il dialogo col fratello. “Ricordati che tu non hai fatto niente, le dice. “Come non ho fatto niente?”.Sì, ma devi dimenticare, devi dimenticare”. Intanto la felicità di tutti, compresa la popolazione di Rogolo, è enorme, supera ogni diceria. “Appena finita la guerra ci sentivamo contenti ed euforici e festeggiammo l’avvenimento in un grande locale di un’antica osteria. Osvaldo, mio fratello, con la fisarmonica ed altri suonatori con vari strumenti ha formato un’orchestrina. Abbiamo ballato per tre giorni e tre notti ininterrottamente. Si beveva si mangiava: una grande festa per tutti”.

 

Sergio Caivano


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy