Giuseppe Raudino
Quintetto d’estate
Ianieri Edizioni, 2022, pp. 224, € 15,00
Sono cinque ventenni appena diplomati al Conservatorio Santa Lucia di Siracusa, i loro strumenti il filicorno, il clarinetto, il flauto, il clarone e il corno. Si apprestano a trascorrere l’estate nella loro città dove “tutto si eleva a bellezza sovrannaturale e inintelligibile, ed è questa malia che intrappola i suoi amanti e i suoi figli come nella rete di Vulcano”.
Calliroe, Martina, Fabrizio, Ileana, Stefano sono a sorpresa invitati dal loro maestro a seguirlo a Riga, dove lui deve ritirare un premio per una sua composizione musicale, e loro, come quintetto, si esibiranno al locale Teatro dell’Opera.
C’è chi aderisce immediatamente e decide da solo, da adulto, crescendo nella stima, e chi, ancora da adolescente, prende tempo per chiedere il benestare della famiglia. Il quintetto parte sul camper direzione Riga. Viaggio lungo e avventuroso, con lo Ionio che li accompagna fino a Messina “offrendo il suo azzurro intenso come segno di profondità e potenza”, poi il distacco dall’isola madre mentre Ileana sul traghetto intona Casta Diva con un suono pulitissimo di flauto.
Se il viaggio è sempre una crescita per la scoperta di genti e di luoghi, e soprattutto per il loro interagire con la persona stessa, e si torna sempre diversi da quando siamo partiti, il lungo viaggio porta davvero concreti cambiamenti in questi giovani.
Nel camper di cui condividono gli spazi l’intesa cresce di giorno in giorno, a livello di fisicità, di confronto, di condivisione dei problemi personali. Il maestro fa vivere loro le esperienze più impensate che li mettono a nudo, che abbattono ogni barriera, fino a farli diventare un corpo unico con un unico sentire. Solo allora potranno davvero farsi interpreti di Retsina, il brano musicale del maestro: “Ho scritto Retsina come un vestito che volevo cucirvi addosso”. Porta lo stesso nome di un vino che ha fatto assaggiare, ne conservano lo stupore della scoperta.
La musica del maestro “percorreva anche pulsioni che venivano dal basso, come i banchetti e le pratiche dionisiache, durante le quali si abbondava col vino e la dissolutezza […] le note gravi del corno e del clarone, che scandivano il ritmo imitando le percussioni, avevano la funzione di rimandare alle spinte basse, quelle provenienti dal ventre e dal sesso”.
L’obiettivo del maestro è quello di lavorare “tutti con serietà impeccabile, ciascuno secondo il proprio ruolo e al massimo delle proprie capacità. Ci rispettiamo sempre e in ogni momento. E lo facciamo divertendoci”.
Sono giovani e il loro cuore scalpita, nascono o si consolidano intese affettive, la personalità forte e la vasta cultura del maestro affascina Calliroe, cresciuta all’ombra di un padre che “vive in un mondo fatto di antichità, latino e insegnamento”.
Del resto le esperienze vissute di questi giorni di viaggio sembrano finalizzate a far emergere il sé più nascosto, per arrivare a sentirsi liberi con le proprie emozioni: “La musica sembrava invasarli come uno spirito primitivo e ferino che faceva dimenticare loro tutti i filtri che la cultura aveva applicato alla sessualità nel corso dei millenni”.
Che cosa li aspetta a Riga? Se il maestro ha saputo stupirli durante il viaggio, quali sorprese ha preparato per loro in Lettonia?
Marisa Cecchetti