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05 Aprile 2022
Fotogrammi. Versi tratti dalla prima sezione della raccolta Questa terra che bestemmia amore di Maria Lanciotti, Edilet 2009, ispirati alle foto selezionate del volume L’immagine dei ricordi di Tarquinio Minotti
“Alla presenza dominante della guerra , in sé ‘dis-umana’ si accostano ‒ per contrapporsi: ma così esistono ‒ i sentimenti ‘umani’ per lo più materni e paterni e coniugali, comunque familiari (…) di contro al veleno delle scorie, l’antidoto adatto ‒ gli scienziati che si occupano del nucleare questo antidoto non ce l’hanno davvero ‒, forse l’unico possibile” (dalla prefazione di Michele Tortorici)
Fotogrammi
Lampi
Questo è tuo figlio,
combattente al fronte.
Porta il tuo nome
e il tuo sangue,
il tuo stesso sguardo
innamorato
della vita.
Per lui devi tornare.
Un giorno saprà
le tue gesta di soldato
che mentre sparava
piangeva,
e il desiderio
di braccia
della tua sposa,
dell’odore di pane
del suo ventre.
Sullo sfondo lampi.
Reticolati
Il figlio di un caduto
della Prima Guerra
porta il dolore
dell’infanzia orfana
nascosto
nel petto.
Ora tocca a lui la prima
linea.
Alla sua piccina
nata appena ieri
mostra
stivali lucidi e stellette
e un sorriso che rischiara
il cuore.
Sullo sfondo reticolati.
Drappeggio
La madre è sempre lì,
con le sue vesti mistiche
i capelli raccolti sulla nuca
le mani grandi
la bocca severa,
lo sguardo che penetra
i segreti del tempo
per raccontarli come favola
a sera,
mentre l’uomo che non tornò
dal fronte
col suo alito accende
il fuoco
nel camino.
Sullo sfondo drappeggio.
Sassi
Una mano mi basta per stringerti
figlio,
non cadrai dal mio grembo
vasto.
Ti ho messo il vestito
più bello,
ho messo il sorriso
sulle mie labbra
la fede nei miei occhi,
guardo avanti dove tu
guardi.
Sullo sfondo sassi.
Croci
La guerra
ha bocca vorace
stomaco capiente,
ingrassa la terra
con le ossa che sputa.
Guarda ai bambini
con golosa attesa
di mordere e macinare,
li fa crescere in fretta
promettendo gradi
e medaglie.
Lo sguardo dei bambini
punta come baionetta
inastata
il domani.
Sullo sfondo croci.
Dissolvenza
Generazioni strette
attorno all’ultimo
nato
biancovestito.
Il nastro nei capelli
della bimba
non basta a rischiarare
il lutto.
Le collane sul petto
delle donne
incongrua ricompensa
a fedeltà e obbedienza.
Il marinaretto agita
la campanella,
appesa al collo
la medaglietta di santa Barbara
contro il temporale.
Sullo sfondo dissolvenza.
Rose
Ecco lo sguardo
fiero
della donna,
gli orecchini di perle
a darle luce.
Il centro della vita
le sue mani
la fede al dito
segno di adesione,
i polacchini lustri
sul montone,
i figli come petali
a raggiera.
Contrasta l’abito scuro
il commovente lucore
dell’infanzia.
Sullo sfondo rose.
Evanescenza
La finestrella chiusa
sottotetto,
appesa la falce al muro
del fienile,
il melo
scheletrito.
Muffita la parete della casa.
Gambette nude
sul crine pettinato
del somaro.
Brillano le scarpette
di vernice
e i sassi della via.
Sullo sfondo evanescenza.
Canneto
Cuffietta a fiori
ricciolo acconciato
sulla fronte
il fiocco vaporoso
di organzino
l’abitino di mussola
ricamato a gigli.
Chiedono le manine
qualcosa da stringere
che non sia
il solito pezzo di pane.
Sullo sfondo canneto.
Vapori
Panni stesi
sventolano sulla facciata
della casa.
La finestrella
sbircia
quel sorriso di festa.
Odore
di minestra quotidiana.
Faccina tonda
fra merletti e trine,
il volto della madre
sorridente.
I fumaioli
aspettano la fine
dell’inverno.
Fascine affastellate
accanto al forno.
Sullo sfondo vapori.
Granito
Grembiulino a quadri
cuffietta ai ferri
sorriso incerto
si sorregge il bimbo
con una mano
al muricciolo ruvido
e con l’altra
stringe forse un bottone.
La povertà
non è mai miseria
quando l’occhio
che guarda
è lucido d’orgoglio.
Sullo sfondo granito.
Clangori
La treccia nera
incorona il capo
di popolana
portatrice di bellezza
e tradizioni.
Gli ori
di sposa novella
competono
con lo sguardo lucente
di cerva.
L’esile corpo
fasciato di cotonina
pur fermo si tende
verso carezze
ruvide e lente
di fante al fronte.
Con mani gentili
sostiene il figlio
che il padre non conosce
ancora.
Sullo sfondo clangori.
Opacità
Sul cavalluccio
a dondolo
sorride il bimbo
volto all’obiettivo.
Non vola al vento
la criniera di stoppa
non nitrisce
la scultura di legno,
le redini
finte
non trasmettono
slancio.
Sullo sfondo opacità.
Strappi
Bimbi
bimbi
bimbi
come maglie di lana
da mandare al fronte.
Il cielo è sempre quello:
fondale fisso
scena familiare.
I padri non vedranno le mura
annerite
di casa,
i cancelli arrugginiti
gl’infissi cadenti
le staccionate divelte.
Dove sono i loro figli
non arriva la guerra:
essi la tengono stretta
fra i denti
perché non morda
gl’innocenti.
L’infanzia trascorre
nella luce posticcia
d’una tela logora.
Sullo sfondo strappi.
Spiraglio
Risale la china
l’asinello
carico a sera di fatica
e legna,
del contadino
con la giacchetta
lisa.
Riverbera l’acciottolato
luce serotina.
Volano nell’aria
le ultime foglie
dell’autunno
e i rintocchi del vespro.
Sullo sfondo spiraglio.
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