Il sorriso luminoso di Nadia Delago, la grinta miracolosa di Sofia Goggia, la determinazione della pluri-medagliata Arianna Fontana e la gioia di tutte le altre hanno già portato a quindici le medaglie italiane a Beijing (Pechino 2022).
Non voglio far il conto esatto di quante medaglie femmine portiamo a casa su quelle maschie io, che nel 1968 costituii il comitato di difesa del maschio (dal taglio minacciato dalle femministe dei nostri zebedei). Sono di più. È ovvio.
Godo della gioia di ognuna di loro.
Come Nicol Delago ha gioito della vittoria di sua sorella (lei, undicesima) così gioisco io della felicità di ogni nostra atleta olimpica.
Quasi così…; la liberazione della donna ha fatto tanta strada in cinquant’anni; ma, insieme, è incrudelita la ferocia femmini-cida.* Io ho tifato per la liberazione della donna. Donne, che mi sono state vicine, sanno che ho fatto la mia parte nell’emersione. Però, non avendo vissuto personalmente l’umiliazione dell’oppressione non posso gioire precisamente della specifica liberazione. La immagino solo. E mi fa piacere che le donne gioiscano di più. È solo un piccolissimo risarcimento.
In ogni caso, come italiani abbiamo fatto meglio che in Corea. Molto. Abbiamo gioito in estate 2021, gioiamo in inverno 2022.
Carlo Forin
* La sottolineatura erronea prova che la strada è ancora lunga.