L’oro conquistato ieri nel Curling da Stefania Costantini1 e da Amos Mosaner2 ha innamorato gli italiani.
Lo scrivo convinto dalle reazioni viste ieri sera in tv nel comportamento delle cugine Costner nel raccontarlo e, dall’entusiasmo che ha colto i Paesi d’origine dei due amici.
Sì, perché i vincitori sono amici, non fidanzati. Entrambi hanno partner di vita differenti. Perciò la disciplina sportiva col minor numero di praticanti –si parla di 300-500 giocatori in tutta Italia– ci ha dato una gioia olimpica appropriatissima e la convinzione che questo dovremo fare tutti per uscire insieme dal covid: agire insieme con amicizia.
Stefania, più giovane, è la stratega. Ma, a chi l’ha apostrofata correttamente così, lei ha confermato di esser fiera e subito ha corretto: insieme abbiamo vinto. L’intesa è il segreto nel gioco.
Un gioco inventato dai Paesi nordici, da praticare sul ghiaccio, l’elemento che sta diventando più raro in tutto il mondo per il surriscaldamento del Pianeta.
Come nel bridge vince la coppia più affiatata, così nel curling a due3 vincono quelli che fanno uno sia nel pensiero sia nell’azione.
Il Blu Team fu campione del mondo più volte decenni or sono, cinquant’anni fa ormai. Sì, perché i commentatori hanno evocato gli scacchi per cercar di descrivere il gioco non il bridge, ma il paragone più calzante è questo. Gli scacchi mostrano la strategia del singolo migliore (Ancor oggi ricordo il quindicenne danese, che mi batteva stupito della sua superiorità, decenni orsono).
Il curling è un passatempo come le bocce, ma da giocare insieme sul ghiaccio con una bella preparazione atletica. Si può fare ad ogni età. Spero che si diffonda.
Carlo Forin
1 Classe ’99.
2 Classe ’95.
3 Si può giocare a squadre allargate.