La “Scala dei Turchi”, caratteristica scogliera di marna bianca sul litorale di Realmonte (Agrigento), venerdì scorso, nottetempo, è stata imbrattata di rosso da ignoti vandali.
Sono trascorsi pochi giorni ed è tornata a splendere. Non è stato un miracolo, ma la fatica, la volontà e l’impegno di uomini e donne del territorio che, instancabilmente con i tecnici comunali, si sono messi all’opera per ripulire questo luogo di rara bellezza.
Un gesto di civiltà e amore per il nostro patrimonio italiano.
«Rosso. Un colore pregno di significati» scrive Stefania Auci «simbolo di vita e nello stesso tempo portatore di un messaggio di brutalità e ferocia».
Una scogliera di marna bianca plasmata dal vento e dai marosi, nata circa sei milioni di anni fa… simile ad un lenzuolo bianco che si distende allungandosi verso la terra verde, una distesa dai contorni dolci e dai riflessi cangianti che spicca sul cobalto del mare.
Si sfarina, si dissolve, si trasforma.
Un gesto insensato, folle ed odioso, che richiama alla mente il volto di una bella donna deturpato dall’acido.
Ci si chiede quale piacere si possa provare nel devastare un luogo così bello.
Perché? Assenza di sensibilità nei confronti della bellezza naturale o ignoranza e stoltezza?
In realtà sempre più minacciata dall’incuria, da centinaia di turisti e dagli scarsi controlli, la Scala dei Turchi, avrebbe bisogno di essere maggiormente tutelata anche perché da anni teatro di diatribe e contenziosi.
Già nel 2019 la Procura di Agrigento aveva aperto un’inchiesta a carico di ignoti per inosservanza delle norme a tutela dei beni artistici e culturali e l’Assemblea Regionale Siciliana firmato l’ordine del giorno che impegna il governo ad avviare le procedure necessarie a candidare il luogo a sito Unesco.
Si chiama Scala dei Turchi per la sua somiglianza con una grande scalinata, fatta di gradoni scolpiti nel corso del tempo da vento e onde, e al fatto che si ritiene che i pirati saraceni, impropriamente chiamati Turchi dalla popolazione locale, nel XVI secolo la usassero come punto di approdo per le loro incursioni nell’isola. La scogliera infatti si trova in una zona poco battuta dai venti, e i pirati la utilizzavano per mettere al riparo le loro navi.
È stata più volte utilizzata come ambientazione di film e serie tv. La si vede diverse volte nella serie del Commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.
Recentemente, minacciata dalla speculazione edilizia, è stata chiusa al pubblico.
Un luogo, quindi “tanto bello quanto fragile”, fragile anche per la lentezza della burocrazia come si evince da ciò che ha scritto Michele Catanzaro, parlamentare regionale: «L’inserimento della Scala dei Turchi nell’elenco dei siti Patrimonio mondiale, culturale e naturale dell’Unesco non può essere ulteriormente rinviato. È inaccettabile che un sito naturale di tale valenza rischi un’eventuale mercificazione ad uso privatistico».
Non lo vogliono i siciliani che hanno dimostrato di poter essere superiori, e lo hanno fatto con “quell’orgoglio silenzioso che rappresenta una loro caratteristica, una virtù presente eppure poco raccontata”.
Giuseppina Rando