Passione e senso dell’onore, amicizia e solidarietà, attenzione al sociale e perfino uno spazio nella letteratura: il mondo degli Ultrà del calcio è ben più variegato di quanto non appaia a chi, dall’esterno, sente parlare del tifo organizzato solo quando accadono quegli atti di violenza che non costituiscono affatto l’unica faccia della medaglia di un fenomeno molto più complesso.
Tutto ciò traspare chiaramente dalla lettura di Noi Curva Sud Milano (Curatori vari, 70 euro), uscito il 7 dicembre scorso, che celebra mezzo secolo di tifo “estremo” milanista. Una vera “Bibbia illustrata” di oltre settecento pagine che, nell’introduzione, narra le origini dei cosiddetti “casciavit”, termine dialettale che indica l’appartenenza alla classe popolare di chi, almeno fino agli anni Cinquanta, sceglieva il Milan come “squadra del cuore” invece dell’Inter, più vicina ai ceti imprenditoriali e borghesi della città, dai tifosi più “bauscia” perché più vincenti (i rossoneri non si aggiudicarono un titolo dal 1907 al 1951!). A proposito, il grande poeta Franco Loi nella sua biografia intitolata Da bambino il cielo, scriveva: “Allo stadio, negli anni Quaranta, i milanisti erano sempre in minoranza, specialmente tra i ragazzi di via Teodosio e del Casoretto, e venivano umiliati dalla spocchia interista, e così provai subito simpatia per loro e per la squadra rossonera”.
Già alla fine degli anni Quaranta la Società milanista organizzava, in collaborazione con le Ferrovie dello Stato, dei treni per seguire in trasferta il Milan, delle vere e proprie “carovane rossonere”. Nel 1952 un “Circolo del Milan” si apriva in piazza S. Alessandro, mentre nel 1961, a Parabiago, si fondava il primo Milan Club. Tre anni dopo nascevano I Fedelissimi, giovani appartenenti al Milan Club Savona che organizzavano un supporto più colorato e rumoroso alla squadra durante le partite. La strada era ormai aperta: nel 1967 si costituivano I Commandos Clan (destinati a diventare Commandos Tigre nel 1969), nel 1968 si formava la mitica Fossa dei Leoni e nel 1975 era la volta delle Brigate Rossonere, entrambe colonne portanti del tifo ultrà milanista per decenni.
A partire dalla stagione 1967-68 il libro racconta, anno per anno fino al 2018, gli avvenimenti (anche violenti) che hanno visto coinvolti la Curva rossonera. E, sfogliando le pagine, al di là dei fatti narrati non si può che restare stupiti e ammirati dalla mole di articoli e foto che il volume apporta come testimonianza. Un eccezionale lavoro storico, da collezionisti, che costituisce per un qualsiasi tifoso milanista una vera miniera di ricordi, facendogli rivivere le tante vittorie (anche con le copertine de La Gazzetta dello Sport o con i biglietti delle partite) ma anche le sconfitte e le ingiustizie arbitrali patite dalla loro squadra, talvolta causa di incidenti provocati dagli Ultrà.
Conclusa la cronistoria di cinquant’anni di stagioni della Curva Sud, il libro mostra le – spesso splendide – coreografie utilizzate e gli striscioni “dedicati” all’Inter; elenca i vari gruppi presenti nella Sud e le sezioni sparse per l’Italia (da Roma e Torino, dal Nord Est alla Toscana e al Belgio); nomina le squadre gemellate (in Italia, il Brescia), gli stadi “visitati” in Europa e nel mondo; presenta cori, copertine di alcune riviste, sciarpe, feste e luoghi di ritrovo (come il Baretto vicino alla Curva Nord).
Così, si viene a sapere che, da anni, in occasione del Natale qualche esponente della Sud si veste da Babbo Natale e si reca in ospedale a consegnare regali ai bambini; si scopre che la Curva rossonera collabora da anni con la Fondazione Exodus di Don Mazzi e che, in occasione dei terremoti in Abruzzo ed Emilia, è stata di supporto alle persone toccate dal sisma.
A chiudere il volume è la corposa bibliografia dedicata al fenomeno Ultrà. Tra i testi segnalati, si possono ricordare quelli più “generali” come il primo studio che si è occupato dell’argomento, Descrizione di una battaglia, del sociologo Alessandro dal Lago, o come Dove sono gli Ultrà di Stefano Pozzoni, tra i curatori del libro. Per quanto riguarda più specificatamente il Milan, impossibile non citare I furiosi di Nanni Balestrini o Tifosa e basta di Donatella Evangelista, indimenticata “ragazza della Fossa” scomparsa prematuramente.
Mauro Raimondi