Che cosa significa: “vivo nel mio destino”? ovvero: “vivo nel me”?
Me è noto come “persona che parla”.
I zumerologhi conoscono me sia come origine sia come destino.
Infatti eme è lingua, circolo del me a Zumer. Eme è lingua espressa al presente.
eme – gir15/gi7
Sumerian language (‘tongue’ + ‘cuneo che scrive’-). (John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 60)
Il “cuneo che scrive”, la lingua, esprime la convinzione di un’anima nell’oggetto cuneo. Anche il cuneo vive, dunque, nel suo destino.
Questo è il fatalismo, la convinzione che il destino è segnato dagli dèi fin dall’origine e si completa con la morte. Ogni deviazione è hybris, un’alterazione del destino.
Ponete in origine me, alla fine me ed in mezzo il giro del me: eme-gir (con una pronuncia dura: ‘ghir’). Questa è la lingua espressa al presente. Il zumero pensava la lingua solo al presente. La lingua scritta era il destino espresso dallo scrittore, se dei e demoni non avessero mai interferito.
-Vivo nel me- esprime la consapevolezza sia del senso della vita sia del vivere il motivo per cui si è nati.
Questo è il motivo della mia gioia perdurante: sto realizzando, con ciò che scrivo, quello per cui sono stato creato: la dimostrazione che le lingue moderne originano dal zumero.
Questo, in generale, è il senso della vita: vivere quel che si vuole con la volontà divina consenziente.
Carlo Forin