Venerdì , 22 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Dialogo Tf
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Giuseppe Leocata. Oggi più vicini o più lontani rispetto a ieri? L’effetto del Covid.
20 Dicembre 2021
 

Affrontiamo la problematica dell’impatto della pandemia su due realtà particolari: il mondo della scuola e quello del lavoro, in relazione alle conseguenze dovute al ricorso ‘obbligato’ alle cosiddette nuove tecnologie. Queste hanno senz’altro giovato all’essere umano per migliorare sia il suo apprendimento didattico sia alcune attività lavorative e - per certi versi - anche per migliorare la sua qualità della vita, non vanno - quindi - demonizzate ma utilizzate a servizio dell’Uomo. Da medico, però, non credo molto ad un utilizzo indiscriminato dell’informatica in medicina, il rapporto umano ed empatico tra paziente e medico non potrà mai essere sostituito dalla ‘telemedicina’ a meno di non snaturarlo e renderlo impersonale.

 

LA SOCIETÀ

È opportuno iniziare con alcune considerazioni sul Covid e su come ha condizionato il vissuto individuale e collettivo delle persone nella nostra società. Le statistiche elaborate descrivono che chi è entrato in contatto con il virus ha una probabilità di sintomi depressivi fino a 5 volte rispetto alla popolazione generale. Metà delle persone contagiate ha disturbi psichiatrici (42% di ansia o insonnia, 28% di disturbo post-traumatico da stress e 20% di disturbo ossessivo-compulsivo). La crisi economica da Covid ha incrementato il disagio mentale nella popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro/anno e triplica nei disoccupati. Ad alto rischio sono: donne (più predisposte a depressione e più toccate da ripercussioni sociali e lavorative), giovani (per modifiche della loro vita di relazione e per gli effetti della crisi sull’occupazione) e anziani (più fragili di fronte a contagi e disturbi mentali) (Oggisalute 28.01.21, È allarme 'sindemia’ 1 mln nuovi casi disagio mentale, AdnKronos).

Ciò che ha reso il nostro tempo un’arena di aperta e libera discussione non ha reso gli scambi più proficui. Al contrario, ha accresciuto il distanziamento, ineluttabile in condizioni di pandemia e di infodemia. La rete, quella sede di discussione globale che è lo scenario iperconnesso (‘riunione di condominio generalizzata’), è diventata, infatti, un’alternativa, sedentaria e molto più comoda, alla lotta libera. Quello che potrebbe essere un luogo per scambiare chiacchiere e battute, proposte e
richieste, idee e ragioni tra individui pensanti, volenti, conviventi è spesso un ring dove si scambiano colpi e si combatte da gladiatori” (Bruno Mastroianni, Litigando si impara. Disinnescare l’odio online con la disputa felice, Franco Cesati Editore, 2020).
In questo contesto da ‘Circo Massimo’ o da ‘condominio’ rientra a pieno una breve riflessione su ottusità e stupidità. In un recente articolo per Psyche “Perché le persone intelligenti possono fare cose molto stupide”, Luca Angelini scrive che l’ottusità (costituzionale e generale mancanza di capacità di capire) è diversa dalla stupidità. Questa è un fallimento cognitivo molto specifico. Accade quando non si hanno gli strumenti concettuali giusti per un particolare compito. Il risultato è l’incapacità di rendersi conto di cosa stia accadendo e la conseguente tendenza ad infilare a forza i fatti in caselle sbagliate. Evitare diventa più difficile da emendare se si accoppia alla testardaggine.

Evitare la trappola della stupidità non è facile. Esserne consapevoli, però, è già un primo passo e dovrebbe spingerci, ad es., a non pensare che i titoli di studio o la posizione sociale siano sufficienti a mettercene al riparo o a conferire patenti si superiorità. Dovrebbe farci anche riflettere sui condizionamenti del gruppo prima di puntare il dito contro i singoli. La popolazione è stata bombardata da notizie sulla diffusione della pandemia da parte dei media e ciò ha determinato una situazione di costante allarme, uno stato di ansia da malattia. I successi nella lotta al Covid non sono stati spesso da una lunga sequela di ‘però’. Per il mondo dell’informazione questa pandemia ha rappresentato e ancora rappresenta un grande business, sia sul versante “sì vax” sia su quello “no vax”. Bisogna che la popolazione sia informata e da persone competenti che hanno a cuore il fine ultimo che non è vendere giornali o format televisivi o ancora portare voti a uno o all’altro schieramento politico, ma creare una coscienza collettiva nel nostro Paese. (Newsletter@sanitàinformazione.it SALUTE 06.04.21 - “Psico-pandemia, le ragioni per cui non riusciamo a vincere la battaglia contro il virus” di Chiara Stella Scarano). E il pensiero corre alla frase di Ivo Salvini (Roberto Benigni) nel finale del film La voce della luna di Federico Fellini: “Eppure io credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”.

 

LA SCUOLA

Iniziamo con un’analisi del mondo della scuola e dei cambiamenti imposti dal Covid. Questa, quando vengono rispettate le norme, è un luogo sicuro. I 4/5 degli studenti hanno avuto un contagio in ambiente domestico.

Questa pandemia è paragonabile a una guerra la quale - dal punto di vista delle relazioni, dei rapporti e di quanto sta incidendo nella vita a cui eravamo abituati - ha un impatto devastante. Sono aumentati in modo esponenziale i disturbi del comportamento alimentare. Chi era in uno stato di debolezza, fragilità e difficoltà ne ha sofferto ancora di più, sono aumentati gli incidenti domestici, le violenze dentro casa (abusi sui minori non rilevati soprattutto perché gli insegnanti non hanno visto gli alunni di persona). La politica dovrebbe riflettere su un nuovo modo di pensare la società e bisogna approfittare delle opportunità che ha portato la pandemia e ridare finalmente centralità all’età evolutiva e alla formazione che sono l’unico investimento per il futuro. (“Riapertura scuole, Villani (SIP): se vengono rispettate le norme non c’è rischio” - Doctor news, 26.04.21)

In questo periodo accade che ha bisogno di un tablet o di un computer ma non ce l’ha e se ce l’ha non sa come utilizzarlo per consultare il registro elettronico il fascicolo sanitario. Le classi più svantaggiate sono state molto penalizzate e hanno avuto limitato accesso alla formazione universitaria. Per la scuola, si potrebbe pensare a un ‘comodato d’uso’ gratuito di un computer o della connessione a internet a chi ne avesse bisogno ma anche a momenti di formazione per le esigenze dei ragazzi e famiglie tramite figure educative per aiutare gli studenti a coltivare i loro interessi e a sviluppare relazioni sane e le famiglie in un percorso nuovo (“Servono educatori per le famiglie: il divario digitale resterà un ricordo” - Cristina Vercellone - il cittadino di Lodi, 20.11.21).

Luca Angelini su Il Foglio di poco tempo fa ha intervistato Marco Lodoli sulla Dad e la scuola italiana. Lodoli afferma che il problema di fondo della scuola è quello di riuscire a coinvolgere maggiormente i ragazzi, che ormai vivono dentro modalità comunicative quasi ignote ai loro professori, specie quelli oltre i 50 anni. Probabilmente l’insuccesso di questi due anni in Dad è stato quello di esasperare al massimo la passività degli studenti. La cultura non è una materia su cui essere interrogati cercando di rubacchiare un buon voto, ma un’esperienza conoscitiva, un passo avanti verso se stessi e verso la vita. La nostra scuola sembra sprofondare in un bizantinismo burocratico, in una marea crescente di carte da compilare, relazioni da stilare, crocette da apporre in cui è facile affogare.

La scuola e l’università sono luoghi di incontro e di socializzazione, in questi ambiti ragazze e ragazzi non solo acquisiscono gli strumenti necessari per orientarsi nel mondo, ma imparano anche a vivere insieme agli altri, condividendo con loro esperienze, sogni, paure e fragilità. Quando si è collegati su Zoom o su altre piattaforme online, vengono meno l'entusiasmo e la forza che si comunicano quando si è in presenza e anche il confronto, che a volte è scontro, ma che è sempre alla base dell'apprendimento.

Vanno, comunque, segnalati anche degli aspetti positivi della Dad. Questa ha permesso di seguire le lezioni a ragazzi che soffrono di ansia sociale o vittime di bullismo e ad altri affetti da gravi malattie; essa ha anche permesso di seguire le lezioni evitando di passare ogni giorno tante ore in treno e di spendere molto in biglietti o abbonamenti, così come di non pagare un affitto in un’altra
città (Michela Marzano, “L’altra faccia della Dad. Appello degli studenti universitari” – La Repubblica, 03.08.21).

Questo in un Paese dove mancano i ‘Campus universitari’ per accogliere gli studenti. La crisi in alcune situazioni ha rafforzato i legami fra insegnanti e genitori cosa che fa aumentare il tasso di frequenza degli studenti e alla fine determina risultati migliori. Ha imposto l’uso delle tecnologie a una categoria professionale che era stata lenta ad adottarli. Essa, inoltre, può portare alla adozione di sistemi più flessibili per rendere più facile garantire - a chi è bloccato su argomenti specifici - il tempo e l’aiuto di cui ha bisogno, nonché la libertà di andare avanti rapidamente una volta superato ciò che lo stava rallentando (Attualità - Istruzione - Come il Covid-19 sta cambiando la scuola - The Economist, Regno Unito - Internazionale 1416, 02.07.21).

 

IL LAVORO

Si sta assistendo a una progressiva scomposizione del lavoro con le tecnologie informatiche e anche con lo smart working. Il virtuale finirà con lo smembrare non soltanto le realtà produttive e di servizi e i settori amministrativi delle realtà produttive ma anche i diversi contesti sociali (soltanto ad esempio: lavoratori che operano ciascuno isolato dagli altri tra le mura domestiche, madri che - tra una faccenda domestica e l’altra o mentre accudiscono i figli - svolgono altre attività di lavoro senza tempi, modi e luoghi definiti..., ‘amici’ virtuali e solo sui social network). «Il virus ha accelerato la transizione della comunità globale verso una società contactless nella quale ancora non sappiamo come comportarci e non sappiamo dove porterà...» (C. Rocca, La Stampa, 18.04.2020). Ma i cambiamenti modificheranno anche la struttura urbanistica e sociale delle metropoli e avranno un impatto anche sulla salute e sul benessere dei lavoratori. «Senza i colletti bianchi, i centri urbani stanno diventando città fantasma. Per decenni, gli urbanisti hanno predicato politiche di addensamento per salvaguardare l’ambiente. Ma il modo migliore per contenere il Covid è la disaggregazione. Grazie alla tecnologia, aziende, servizi e consumi saranno svincolati dal tessuto urbano. Due pilastri del vivere in città – la cultura e il lavoro – ne soffriranno. Le città post-Covid dovranno trovare il modo di giustificare il prezzo e i rischi del vivere assieme» (F. Guerrera, La Repubblica, 05.09.2020).

Il problema concreto che si pone, quindi, per la gestione della salute principalmente dei lavoratori - ‘invisibili’ e che utilizzano ‘attrezzature munite di videoterminale’ - da parte dei medici competenti aziendali dovrebbe essere quello di ripensare alla ‘sorveglianza sanitaria da D.Lgs. 81/08 con un approccio globale che non si può limitare al ’visitificio’ inerente soltanto all’apparato visivo per l’affaticamento visivo e a quello osteo-muscolo-scheletrico da posture incongrue. Bisogna domandarsi se e come il Covid ha modificato qualcosa in questa attività per i lavoratori.

Grande è stata ed è la confusione circa la sorveglianza sanitaria. Non viene pensata una prassi diversa e forse più tutelante per i lavoratori e la società. Vanno cambiate le regole del “mercato “delle visite mediche con gare al ribasso, lontane da logiche di professionalità e di servizio. Sono da pensare altre regole più garantiste delle parti in gioco, magari medici competenti (o meglio aziende) con un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione simile a quello dei medici di medicina generale…

È più utile al lavoratore, ai lavoratori, all’impresa e alla società in genere che ci sia una figura di formazione medica che si occupi maggiormente degli altri aspetti correlati al lavoro e alle sue nuove forme. Il medico competente aziendale, valorizzando la sua autonomia, si dovrebbe occupare degli aspetti sanitari globali, psicologici e sociali correlati alla specifica attività lavorativa del singolo e del gruppo di lavoratori, dell’organizzazione del lavoro, della solitudine e dell’isolamento lavorativo, della mancanza di relazioni o dei rapporti conflittuali e della competitività
‘malata’ nel luogo di lavoro, dello stress lavoro-correlato, delle problematiche connesse con gli spostamenti casa-lavoro e viceversa e lavoro a casa da soli (telelavoro con maggiori tutele rispetto allo smart working), oltre che degli aspetti ergonomici del posto di lavoro (igiene del lavoro in generale) (Giuseppe Leocata, “Il virus e il lavoro invisibile” – Salute Internazionale, 01.02.21).

Aziende e dipendenti stanno correndo incontro allo smart working, le prime per aumentare la produttività e ridurre i costi, i secondi per conciliare meglio privato e lavoro (direi una illusione per i secondi). Secondo il Politecnico di Milano, su 18 milioni di dipendenti in Italia, poco meno di un terzo (5,35 milioni) alterneranno lavoro fuori e dentro l’azienda. Un indicatore interessante è l’accelerazione rispetto alle intese tra grandi imprese e sindacato. Appena finirà lo stato di emergenza, le aziende saranno obbligate a stipulare accordi individuali di smart working con i dipendenti. Il sindacato, dal canto suo, cerca di strappare qualche tutela in più per tutti. I lavoratori si pongono in maniera diversa nei confronti dello smart working. I giovani preferiscono non rinunciare all’ufficio perché amano la socialità, hanno bisogno di imparare - stando a distanza è difficile - e poi abitano di solito in case condivise con genitori o coetanei. Gli over 50 con figli ormai grandi hanno l’esigenza di trasferire conoscenze ai colleghi più giovani. I più interessati allo smart working, invece, sono i genitori con figli piccoli o nonni a carico, i dipendenti con hobby e passioni extralavorative o semplicemente, quelli con la residenza distante dall’ufficio.

Dal punto di vista dell’igiene del lavoro, si può affermare che la scrivania diventerà un lusso per i lavoratori, essi dovranno prenotarsi gli spazi, a partire dal parcheggio, con una app, scegliendo – a seconda delle necessità - tra l’ufficio classico, la sala riunioni, l’area coworking aperta agli esterni. I sistemi di sanificazione dovranno, inoltre, essere efficienti visto l’alternarsi di più persone alla stessa postazione. In alternativa, i grandi gruppi, poi, stanno cercando di attrezzare sedi distaccate per chi abita nelle aree limitrofe, oppure di dare l’opportunità ai dipendenti di appoggiarsi a spazi di coworking. A livello dei singoli, infine, sono da affrontare le problematiche connesse alla fornitura a parte delle imprese di mezzi di lavoro adeguati (computer fisso o portatile, sedile e scrivania ergonomiche) in genere non previsti nello smart working, così come gli straordinari e i buoni pasto (“L’INCHIESTA - Smartworking, la rivoluzione d’ottobre. Niente sarà come prima - Se tutto andrà bene con i vaccini, in autunno si rivedrà la normalità in ufficio. Ma non sarà un ritorno al passato: su 18 milioni di dipendenti quasi un terzo alternerà il lavoro dentro e fuori sede”, Rita Querzè, sette corriere.it, 02.04.21).

 

Giuseppe Leocata


Articoli correlati

  Giuseppe Leocata. Dei fogli di carta...
  Vetrina/ Giuseppe Leocata. Quando lasci un aquilone…
  Mellana. Ad ognuno come le pare
  Michele Tarabini. Non raccontiamocela così tragica
  Michele Usuelli. Regione Lombardia: Consiglio in auto-quarantena
  Michele Tarabini. La rinascita interiore
  Almor e Mellana. L’invenzione della ruota
  Michele Tarabini. Pandemia e Diritto: riflettere e vigilare
  Giuseppina Rando. Covid 19: “lectio magistralis”
  Rosella Reali. I nostri eroi quotidiani
  Giuseppina Rando. Movide selvagge del “bel paese”
  Carlo Forin. Distanziamento
  Vincenzo Donvito. Il populismo sanitario
  Carlo Forin. La strategia del boa
  “I sopravvisuti”
  Nel tempo angusto e oscuro del Coronavirus
  Michele Tarabini. L’ingiustizia è uguale per tutti
  Mellana. In arrivo nuove mutazioni
  Maria Lanciotti. A tu per tu con il Covid-19
  Giuseppina Rando. Si riaprono i cancelli delle scuole, finalmente!
  Giuseppina Rando. Si recita a soggetto…
  Agustín. Le cose più importanti
  Nicoletta Varani. Covid-19 in Africa: alcune con­si­de­ra­zio­ni geo­eco­no­mico-sociali. (II parte)
  «Gli uccelli» di Hitchcock, il progresso che implode e le logiche del virus
  Michele Tarabini. Vivere o tirare a campare?
  Vetrina/ Pina Gennuso. Noi
  Mellana. Lo sballo in maschera
  Roberto Malini. Ansia da pandemia
  Enrico Bernardini: Enoturismo. Esempi di buone pratiche ai tempi del coronavirus
  Mellana. Vignetta peripatetica
  Oltre le indicazioni
  Coronavirus: predisponete un piano per proteggere le persone anziane più indigenti
  Renato Ciaponi. Un grazie sentito ai negozi di vicinato
  Linda Pasta. Inquinamento atmosferico e diffusione del virus
  Mellana. La negatività che ci piace
  Emmanuela Bertucci. Coronavirus: Quando il diritto alla salute diventa dovere di salute
  Roberto Malini. Il coronavirus somiglia all’influenza di Hong Kong del 1968
  Emmanuela Bertucci. Vaccini e avvocati. I deboli pagano per il potere della lobby
  Mellana. Un vaccino very macho
  Guido Monti. “Per il diritto alla salute, nessun profitto sulla pandemia”
  Sopra la maschera investo me stessa
  Mellana. Quel che è fatto è reso
  Laboratori virologici e ricerca nucleare: è necessario che operino alla luce del sole
  Sandra Chistolini. Scuola con il “vademecum” senza “lockdown”
  Vita da cani/ Come comportarsi con i cani delle persone in quarantena
  Carlo Forin. Covid 19 virus intelligente
  Carlo Forin. L’opportunità della cittadinanza unica
  Carlo Forin. Farò il terzo vaccino
  Linda Pasta. La corrida del coronavirus
  Giovanni Maria di Lieto. I tempi correnti, l’etica privata, l’etica pubblica
  Giulia Crivellini. Dividersi in tifoserie persino su un virus?
  C. Ruscigno, G. Monti. Covid-19, una risposta europea
  Vetrina/ Michele Tarabini. Il grande nemico
  Mellana. Tutto andrà benissimo
  Mellana. Una mano lava le altre
  Agustín. Ponzio Pilato
  Anna Lanzetta. Invito alla lettura
  Mellana. Stretti tra scienza a superstizione
  Mellana. Un tampone fiscale
  Carlo Forin. Primavera 2020
  Roberta De Horatis. Hic et nunc
  Mellana. Il monumento all’eroe sconosciuto
  Mellana. Un settore ancora trainante
  Carlo Forin. Seconda dose oggi a Vidor di Treviso
  Michele Tarabini. Retoriche banalità
  Vita da cani/ #PossoPor­ta­re­il­Ca­ne­Fuori
  Sandra Chistolini. Il Coronavirus visto dai bambini della scuola dell’infanzia all’aperto
  Giovanni Maria di Lieto. Quando la moralità professata diventa demagogia
  Stati Uniti d'Europa. Coronavirus: prima gli italiani?
  Paola Mara De Maestri. Le nuove generazioni oggi e domani
  Mellana. Coprifuoco
  Lombardia. Continua la quarantena del Consiglio Regionale
  Linda Pasta. Covid-19: “Mission possible: limitare il contagio”
  Mellana. La vignetta della settimana fiacca
  Sergio Caivano. Maledetto coronavirus covid 19
  Vetrina/ Michele Tarabini. In un incubo
  Mellana. Astrazeneca
  Scescio. Ciao 2021
  Paola Mara De Maestri. Corona Virus
  Mellana. Tutti a sciare!
  Nicoletta Varani. Covid-19 in Africa: alcune considerazioni geo-sociali. (I parte)
  CIA Manzoni. La lezione si fa alla radio
  Giovanni Maria di Lieto. Obbligo vaccinale, prevalenza dell’interesse pubblico sulla libertà individuale
  La maestra Mara e le sue storie per i bambini
  Maria Lanciotti. In quarantena con l’istrice
  Ai medici e agli infermieri che curano l’umanità
  Mellana. Altro che resurrezione...
  Mellana. Diogene
  Tonaca e mascherina. La CEI al tempo del Covid
  Vetrina/ Michele Tarabini. Respiro corto
  Coronavirus oltre i numeri
  La sanità divisa nell’Europa unita
  Carlo Forin. Cesserà il 31 marzo 2022 l’emergenza covid iniziata il 10 marzo 2020
  La scuola a prova di coronavirus
  Carlo Forin. Primavera 2021
  Vincenzo Donvito. Coronavirus/ Occhio al ‘giorno del vaccino’, quando ci sarà…
  Enrico Bernardini. Turismo in Italia: alcuni riflessioni a seguito dell’emergenza Covid-19
  Carlo Forin. Covid: autunno 2019-’23
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.7%
NO
 29.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy