«L’approvazione della legge contro il finanziamento alle mine antipersona, alle munizioni e submunizioni a grappolo rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’eliminazione di questi ordigni, iniziato in Italia con la legge per la loro messa al bando nel 1997, che fu ottenuta grazie a una importante campagna civile di cui EMERGENCY fu promotrice. Oggi salutiamo soddisfatti questo nuovo provvedimento, che istituisce meccanismi di controllo e verifica, dettando scadenze di attuazione e stabilendo sanzioni in caso di inosservanza».
Così Rossella Miccio, Presidente di Emergency, dopo il via libera definitivo all’unanimità dell’Aula della Camera dei deputati alla legge 1813 “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”, le cosiddette ‘cluster bomb’. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 383 voti a favore e nessun contrario
«Sono passati oltre vent’anni da quando Gino Strada ha parlato degli effetti di questi “Pappagalli verdi” sui bambini in Afghanistan, e ancora vediamo le conseguenze dei conflitti tutti i giorni nei nostri ospedali. 12 Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e Russia, non hanno ancora ripudiato la futura fabbricazione di mine, mentre 16 Paesi producono bombe a grappolo. Disincentivare i finanziamenti per la loro produzione è pertanto cruciale, e questa legge segna dunque un passo avanti per dare effettiva attuazione all’articolo 11 della Costituzione Italiana, consci però che la strada da percorrere è ancora molta», ha concluso Miccio.
Il Landmine Monitoring Report 2020 ha registrato infatti un progresso verso un mondo libero da mine, ma ha riportato l’utilizzo attivo, in particolare di ordigni improvvisati, da parte di gruppi armati non-statali. I Paesi più colpiti da settembre 2019 a ottobre 2020 sono stati Afghanistan, Colombia, India, Libia, Myanmar e Pakistan. Nel 2019, sono state 5.554 le vittime di mine o residuati bellici esplosivi. L’80% erano civili, il 43% bambini. Ancora 60 Stati risultano contaminati.
Il Cluster Munition Report 2021 ha invece dichiarato che fra l’agosto 2020 e il luglio 2021 le munizioni a grappolo sono state utilizzate in Siria (ininterrottamente dal 2012) e dall’Armenia e dall’Azerbaijan nel conflitto del Nagorno-Karabakh. Nel 2020, queste armi hanno ucciso 107 persone e ne hanno ferite 242, con una tendenza crescente rispetto al 2019 e al 2018. In ragione della loro natura discriminatoria, tutte le vittime registrate erano civili; quasi la metà (44%) erano bambini. È ragionevole ritenere che i dati siano sottostimati.
«Mine giocattolo, studiate per mutilare bambini. Ho dovuto crederci, anche se ancora oggi ho difficoltà a capire…», scriveva più di vent’anni fa Gino Strada nel suo libro Pappagalli verdi, denunciando le mine antiuomo usate dai sovietici in Afghanistan.
Ancora oggi, Emergency è impegnata in prima linea in zone severamente colpite dalla violenza esplosiva. Negli ultimi vent’anni in Afghanistan, Emergency ha garantito cure gratuite salvavita a 61.000 vittime di armi da fuoco nei 3 Centri chirurgici e nei 44 Posti di primo soccorso presenti in 30 distretti; di queste, 19.000 erano vittime di scheggia di ordigni esplosivi e 7.000 vittime di mina. Sono 4 persone ogni giorno. Il 40% dei feriti trattati erano donne o bambini. Il numero delle vittime di attacchi indiscriminati non ha accennato a diminuire in vent’anni di conflitto.
In Iraq, fra i primi Paesi per contaminazione da mine e residuati di munizioni a grappolo, Emergency offre protesi, cure riabilitative e servizi di reinserimento sociale alle persone che hanno sofferto amputazioni a causa della violenza esplosiva: mine, residuati bellici, ordigni esplosivi improvvisati. Solo da gennaio a settembre 2021, Emergency ha assistito 502 pazienti, offrendo loro 527 presidi ortopedici.
Asmae Dachan
(da Diario di Siria, 2 dicembre 2021)