Un’Europa a due facce si confronta col dramma dei migranti che rischiano di morire di stenti alla frontiera fra la Bielorussia e la Polonia. Da un lato c’è quella che è tornata sui suoi passi dopo aver presentato un documento dove, nel rispetto del politically correct, si impediva di scambiare gli auguri di buon Natale per non offendere altre confessioni religiose. Dall’altro lato c’è invece quella sovranista o nazionalista, sovente in contrapposizione alla prima, che è inorridita alla visione di quel documento, salvo spiccare salti di gioia dopo che è stato ritirato. Ebbene, queste due Europe apparentemente distanti si trovano di fatto solidali davanti ai poveracci che si ammassano ai confini orientali dell’Ue. Prova ne sono i provvedimenti fuori dall’ordinario emanati dai commissari europei Schinas e Johansson che consentono per il prossimo semestre, con eventuale proroga, a Lettonia, Lituania e Polonia di utilizzare 4 settimane di tempo per registrare le domande dei richiedenti asilo in arrivo dalla Bielorussia, contro i 3-10 giorni attuali. Intanto i migranti resteranno presumibilmente confinati, affamati e infreddoliti, nei centri di raccolta posizionati lungo i confini. Non solo, perché la procedura completa di asilo, appello incluso, può protrarsi fino a quasi 4 mesi.
Per di più Bruxelles continua a fingere di ignorare i soprusi di Varsavia, che attua respingimenti illegali con la ferma determinazione della sua polizia. Oltre a non essersi rivolta agli organismi europei di frontiera, la Polonia nega alle ong e ai mass media di documentare quanto avviene ai bordi con la Bielorussia, pur essendo venuto meno lo stato d’emergenza. Tuttavia un gruppo di europarlamentari è riuscito a raggiungere la zona di confine e a rendersi conto delle condizioni disumane in cui sono tenuti i richiedenti asilo, ma su questo le istituzioni europee tacciono colpevolmente. Oltretutto la questione dei migranti ha oscurato quella non meno spinosa del rispetto dello stato di diritto disatteso dalla Polonia, con le possibili conseguenze sulla regolare erogazione delle sovvenzioni previste dal Next Generation Eu a favore dei polacchi. Questa violazione è chiaramente avvertita sulla propria pelle dalle decine di migliaia di disperati costretti al gelo nelle boscaglie dell’Est europeo.
Ci associamo pertanto all’iniziativa lanciata dal quotidiano l’Avvenire quale atto simbolico di solidarietà ai profughi, che consiste nell’esposizione di lanterne verdi nelle case, come già avviene nelle zone limitrofe tra Polonia e Bielorussia ad opera di famiglie contrarie alla condotta governativa nei confronti dei migranti. Malgrado le infinite traversie affrontate, auguri di buon Natale a tutti loro con l’auspicio che possano mettere fine alle proprie sofferenze.
Guido Monti, responsabile del
Comitato provinciale per l’Europa di Sondrio