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Immagini in canto. I corali della Certosa di Pavia 
di Maria Paola Forlani
21 Novembre 2021
 

Un doppio, eccezionale (termine che in questo caso è assolutamente corretto) appuntamento alla Certosa di Pavia.

Si tratta dell’esposizione di quello che è uno dei tesori meno noti del Museo statale della Certosa, i sontuosi graduali miniati cinquecenteschi. Altro evento nell’evento è l’apertura, per l’occasione, del locale della Biblioteca, un ambiente che è tutt’ora di pertinenza del Monastero e che, per questo particolare evento la comunità monostica ha messo generosamente a disposizione per accogliere il pubblico davanti ai Corali che per secoli vi sono stati conservati.

È la Direzione Regionale dei Musei Statali della Lombardia, organo territoriale del Mic- Ministero alla Cultura, a organizzare questa prima esposizione, che – come evidenzia il Direttore Regionale, dottoressa Emanuela Daffra, «viene proposta a conclusione dell’intervento di restauro del Codice 822, magnifico esemplare miniato di “Graduale”, cioè volume che raccoglie i canti delle messe che si susseguono nel Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica».

«Non si trattava» sottolinea la Dottoressa Daffra, che è curatrice del progetto in cui l’esposizione si inserisce, «di un libro ad uso personale, ma collettivo. Il codice veniva aperto, e via via sfogliato, su un alto leggio al centro del Coro, in modo che tutti i monaci potessero, dai loro stalli, seguirne i testi e le annotazioni musicali, ammirandone anche gli sfavillanti decori.

Di questi colossali codici la ricca Certosa pavese ne vantava almeno 39, come ricorda l’inventario dei beni del monastero redatto il 16 dicembre 1782, al momento della sua soppressione.

Da quel momento iniziò la diaspora di uno dei grandi giacimenti librari lombardi. La Biblioteca della Certosa riuniva, infatti, più di 10 mila volumi, tra codici miniati, manoscritti e incunaboli. Un insieme unico che prese in parte la via della biblioteca Braidense di Milano, in parte di quella Universitaria di Pavia disperdendosi poi lungo rivoli ancora in parte ignoti. Era un patrimonio di grande ricchezza anche in termini di qualità, poiché sulle pagine dei volumi più antichi furono al lavoro i maggiori artisti e miniatori attivi per la corte dei Visconti prima e degli Sforza poi, grandi protettori del monastero pavese.

Le ricerche condotte nel tempo hanno reso possibile l’individuazione di molti tra di essi ed il progetto della Direzione regionale Musei della Lombardia è arrivata a riunirli in una esposizione ad essi dedicata della quale quella odierna non è che un assaggio, fondato sul patrimonio rimasto nel monastero e del quale si è avviato il recupero sistematico, grazie al progetto Sleeping Beauty, finanziato dal MIC», conclude la Direttrice Daffra.

Protagonisti di questa tappa saranno proprio i monumentali corali miniati e il sontuoso mobile che, nel 1886 venne creato proprio per accoglierli al ritorno in Certosa. Anche questo solido esempio di ebanisteria lombarda è stato oggetto di restauro ad opera di Luciano Gritti, che lo ha reso funzionale alla corretta conservazione dei Manoscritti.

Quattro corali, i due restaurati e due di cui è progettato il prossimo recupero, saranno esposti aperti sulle pagine più belle, ma il visitatore potrà sfogliare virtualmente per intero sia il corale 822 che il codice 814, restaurato nel 2009 dalle monache Benedettine di Viboldone, grazie alla campagna fotografica effettuata a tappeto in questa occasione.

Ma una nuova emozione si aggiunge: per la prima volta da molti secoli, le notazioni musicali segnate sulle antiche pergamene e che i monaci dell’antica certosa trasformavano in preghiera cantata, ritorneranno suono grazie alle voci del Centro Musicale Antica del Collegio Ghisleri dell’Università di Pavia.

Esse accoglieranno i visitatori in biblioteca ma soprattutto, ridaranno fiato e funzione alle monodie del gregoriano, da secoli dormienti nelle pagine chiuse dei manoscritti accompagnando la Messa che i monaci celebreranno il giorno 11 dicembre alle ore 11:30 nella Basilica

Restituire al patrimonio la Forza di vita legata anche all’uso e farlo conoscere nella sua pienezza è tra i principali obiettivi della DRM – Lombardia e il progetto certosino va in questa direzione.

 

M.P.F.


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