«Io non mi limito a rappresentare la violenza attraverso le donne, piuttosto sono attratta dalla corporeità, mi piace celebrare il corpo senza preconcetti e senza convenzioni». Così l’artista britannica Jenny Saville, classe 1970, racconta la sua pittura, che si focalizza sul corpo delle donne, spesso colto in maniera drammatica e brutale. «Il corpo femminile rappresenta appieno la sofferenza» aggiunge Saville, protagonista a Firenze della mostra che porta il suo nome e che dal Museo del Novecento si espande per occupare il Museo di Palazzo Vecchio, il Museo dell’Opera del Duomo, il Museo degli Innocenti e Casa Buonarroti.
È dunque l’intera città a essere “invasa” dalle opere di una pittrice comparsa sulla scena internazionale all’inizio degli anni Novanta con il gruppo dei Young British Artists, accanto a Damien Hirst e Tracey Emin, e diventata famosa per i suoi grandi dipinti di corpi deformi e martoriati come Fracis Bacon e Lucian Freud.
A Firenze Saville si confronta con le sculture di Michelangelo, dal David ai disegni conservati a Casa Buonarroti, come Madre con bambino (1525), che dialoga con due opere di Jenny, Study for Pietà I (2021) e Mather and Child Study II (2009). E se nelle sale del Museo del Novecento sono esposte un centinaio di opere dell’artista, tra le quali spicca Rosetta II (2000-06), ritratto di una giovane donna non vedente, nel salone di Palazzo Vecchio si può ammirare Fulcrum, tela monumentale, esposta nel 1999 alla prima personale dell’artista da Gagosian, qui messa a confronto con due capolavori della scultura cinquecentesca – le Fatiche di Ercole (1562-1584) di Vincenzo de’Rossi e il Genio della Vittoria (2532-34) di Michelangelo – in un cortocircuito di grande suggestione. «Per costruire le sue immagini, così potenti e abbaglianti, così travolgenti e impressionanti, Saville raccoglie fotografie e ritagli da giornali e cataloghi, mescolando storia dell’arte e archeologia, immagini scientifiche e di cronaca» spiega il curatore della mostra Sergio Risaliti.
La coppia Buonarotti-Saville ritorna in gioco all’Opera del Duomo, dove è conservata la Pietà Bandini (1547-55), una delle ultime opere di Michelangelo, alla quale Jenny ha dedicato il disegno Study for Pietà (2021), alto tre metri. Infine, al Museo degli Innocenti il tema del confronto tra Rinascimento e contemporaneo è la madre, con il dipinto The Mother (2011) accostato a due capolavori come la Madonna col Bambino (1445-50) di Luca della Robbia e l’omonima opera giovanile di Botticelli dello stesso periodo.
M.P.F.