Once upon a time there lived a lovely little Princess named Snow White... C’era una volta, sì, c’era una volta... C’erano una volta e ci sono ancora e ci saranno fino a che i bambini popoleranno il pianeta e finché non morirà il fanciullino che vive in ciascuno di noi, dimorando altresì nell’immaginario collettivo, le fiabe di Biancaneve e de La bella addormentata nel bosco, e le storie incantate e sognanti di Bambi, de La carica dei cento e uno, di Robin Hood (la volpe che... was the people’s only hope. He robbed from the rich to feed the poor. He was beloved by all the people of England. Robin and his merry men hid in Sherwood Forest to elude the Sheriff of Nottingham...), di Pinocchio, de Il re leone, de La bella e la bestia, di Cenerentola, di Hercules... In breve, l’universo sognante della Disney, che viene riproposto al MUDEC di Milano in una splendida ed esaustiva mostra, per grandi e piccini. Esposizione che ha il merito non soltanto di ri-narrare questa meravigliosa fabbrica animata, ma di raccontare anche la genesi creativa di tutti quei capolavori sortiti da menti e matite assortite di dotatissime individualità, impegnate e coinvolte in un raro sforzo collettivo, il tutto dimostrato nella circostanza da bozzetti preparatori, chine, prove, schizzi e disegni degli artisti made Disney.
E ci si perde nei meandri di quella fantasia senza pari, navigando dalle creazioni più remote a quelle più recenti ed esplorando, con ciò, il proprio mondo di ricordi. Un viaggio nel tempo personale, sul filo della nostalgia più feconda, e un approfondimento della ricerca e del lavoro che hanno generato opere che hanno sorpreso svariate generazioni. Da I tre porcellini-Three Little Pigs del 1933 e Paperino e il diavolo-Donald’s Better Self del 1935 all’indimenticabile Pinocchio del 1948, una delle vette della cinematografia d’animazione (e non solo). E La spada nella roccia-The Sword in the Stone (fatalmente irrimediabile la simpatia di Semola-Artù), La sirenetta-The Little Mermaid, che tanto ancora fa commuovere, insieme con lo stupore che desta l’invenzione di un mondo sottomarino così colorato e vitale eppur duro e con l’eterno messaggio dell’amore che omnia vincit...
DISNEY. L’arte di raccontare storie senza tempo sarà visitabile sino al 13 febbraio 2022. Con la scusa di portare figlioletti e nipotini gli adulti stessi potranno goderne... “C’era una volta Walt Disney, un pioniere nell’arte dell’animazione. Il suo innovativo approccio creativo allo storytelling ha creato alcuni dei film più belli e famosi del Ventesimo Secolo, tra cui Biancaneve e i sette nani, Pinocchio e Fantasia. La mostra presenta preziose opere originali provenienti dagli Archivi Disney di questi immortali lungometraggi e di altri celebri film dei Walt Disney Animation Studios, tra cui Hercules e La sirenetta, fino al più recente film d’animazione Frozen 2-Il Segreto di Arendelle, creato da una nuova generazione di artisti e cineasti tuttora profondamente ispirati all’eredità di Walt Disney”.
L’itinerario della mostra si snoda tramite più chiavi di lettura e ripercorrendo matrici e tradizioni che hanno, più o meno direttamente, ispirato i prodotti artistici in questione: quindi epica classica, leggende e miti, folklore medioevale, favole e fiabe “che costituiscono da secoli il patrimonio archetipico narrativo delle diverse culture del mondo, un vero e proprio melting pot tra i diversi continenti […] Il grande sforzo innovativo degli artisti di Disney fu infatti – e lo è tutt’oggi – quello di portare queste storie al cinema utilizzando diversi strumenti artistici, dal disegno a mano – elemento fondativo del lavoro negli Studios – all’animazione digitale, per captare l’essenza delle favole antiche e rivitalizzarle, attualizzandone il valore universale. L’animazione infatti è un medium artistico che permette di rappresentare le diverse narrazioni con immediatezza. Sin dall’inizio, Walt Disney e la sua équipe lavorarono su queste tematiche, dando aspetti e sentimenti umani agli animali e agli oggetti delle favole, alle fate e ai nani delle fiabe, con una tale naturalezza e verosimiglianza che rapidamente raggiunsero un successo planetario. Con uno studio molto dettagliato dei comportamenti umani e animali, gli artisti della Disney hanno creato negli anni dei personaggi universalmente noti come Topolino e Paperino. Miti e leggende di dei ed eroi, favole di animali, racconti di cavalieri, streghe, maghi e principesse assumono le fattezze dei cartoni animati”.
Certo le tecniche di produzione si solo altamente evolute o, meglio dire, diversificate nei decenni, ma il cosiddetto valore simbolico è rimasto sostanzialmente immutato, nel senso dell’universalità del sentimento capace di suscitare. Un sentimento positivo, empatico, emblematico poiché anche, sovente, iniziatico.
Per ognuno di questi film occorrono non solo mesi, bensì anni di lavoro di un’équipe al cui vertice tecnico-artistico è il regista: “... un processo creativo lento, continuativo e molto meticoloso che, da un’idea iniziale, costruisce un intero film attraverso migliaia di immagini che via via prendono vita […] Si inizia da un’idea, un concept di storia e si sviluppa un plot narrativo. Si creano quindi i personaggi. Ogni singolo personaggio che animerà la storia viene ‘visualizzato’ dai creativi Disney e, ancor prima che il nostro eroe (o il cattivo o l’aiutante) abbia il volto e le fattezze che siamo abituati a riconoscere nel film, se ne immaginano gli occhi, i capelli, gli abiti e le movenze più iconiche, ottenendo così fogli e fogli di bozzetti preparatori e maquette tridimensionali in cui lentamente il personaggio prende vita. Il lavoro del team viene supervisionato da un direttore artistico. Con lo stesso procedimento creativo e sotto la sua guida si definiscono le ambientazioni. Svariate le tecniche artistiche utilizzate (che prevedono disegno a grafite, matite colorate e pastelli, carboncini, acquerelli, tempere, acrilici, collages): la computer grafica, che oggi assiste nello studio e nella realizzazione delle scene di un film, è solo l’evoluzione di quelle tecniche tradizionali, e riguarda soprattutto i successivi step di animazione e colorazione, oggi realizzati mediante processi digitali”.
E, per sovrappiù, un corredo di musiche immortali: da George Gershwin a Elton John. Peraltro questa mostra potrebbe cosituire una importante occasione, uno stimolo, perché i bambini riscoprano le pagine geniali dei Fratelli Grimm e di Hans Christian Andersen. Per finire, qualche curiosità... Chi ha girato più film per la Disney? Clyde Geronimi, alias Clito Geronimi, nato a Chiavenna, meravigliosa cittadina dal cuore rinascimentale (vedi gli innumerevoli portali in pietra ollare, con iscrizioni originali, del centro storico) in provincia di Sondrio. Una targa sulla casa natale ricorda il nostro Clito-Clyde, figlio di Nemesio e di Enrichetta Nesossi. Fra i suoi film per la Disney citiamo le perle I tre caballeros, Cenerentola, Alice nel Paese delle Meraviglie, Le avventure di Peter Pan, Lilli e il vagabondo, La bella addormentata nel bosco e La carica dei cento e uno. E di chi era la voce originale di Cenerentola? Di Adriana Caselotti, figlia di un maestro di musica immigrato da Udine. C’era una volta e c’è un bel pezzo di Italia anche a Hollywood.
Alberto Figliolia
DISNEY. L’arte di raccontare storie senza tempo, mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, a cura della Walt Disney Animation Research Library, con la collaborazione di Federico Fiecconi. Fino al 13 febbraio 2022. MUDEC, via Tortona 56, Milano.
Info e orari: lun 14:30‐19:30; mar, mer, ven e dom 10-19:30; gio e sab 10‐22:30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura. Tel. 0254917 (lun-ven 10-17), sito Internet mudec.it.