“Il sovranismo porta il Paese a sbattere, occorrono nuove alleanze politiche”, dichiara il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a testimonianza che nella variegata compagine governativa non tutti condividono il pensiero euroscettico del 'capitano' Salvini. E non occorre scomodare Angela Merkel, alla sua ultima apparizione al Consiglio europeo, per appurare le discrepanze esistenti tra i partner europei. L’ormai ex leader tedesca europea ha sostenuto che dietro la lite sullo stato di diritto c’è il modo diverso con cui i vari Paesi vedono l’Ue, ed è stata controbattuta dal premier ungherese Orban, schierato a fianco degli amici polacchi, del parere che le possibili sanzioni nei loro confronti sono ridicole. Dal canto suo David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, afferma che l’Unione europea non è mai stata messa in discussione in modo così radicale.
Un aspetto accomuna Brunetta e Sassoli: entrambi hanno indirizzato i loro strali al medesimo destinatario, ovvero chi si ostina, entro i nostri confini o quelli di altri Paesi, a rivendicare la supremazia dello stato nazionale a dispetto dell’Unione europea. Di fronte alla prepotenza del cosiddetto gruppo di Visegrad, che si esprime attraverso la sentenza della corte costituzionale polacca, di nomina governativa, volta ad assicurare la supremazia del diritto nazionale su quello comunitario, torna d’attualità la lungimiranza di Luigi Einaudi e Altiero Spinelli, che già oltre settant'anni orsono sostenevano che la vera dirimente non è più quella tra destra e sinistra, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari, bensì quella fra nazionalisti ed europeisti che, aggiornata ai tempi moderni, è la contrapposizione esistente di fatto tra sovranisti e federalisti europei.
La linea di demarcazione, in Italia, divide all'interno pure vari schieramenti politici con l’eccezione, tra i più votati, del Pd e dei Fratelli d'Italia, unanimemente a favore dell’Ue l’uno e contro gli altri. In Forza Italia si distinguono coloro che vorrebbero un forte centro democratico, liberale ed europeista e i sostenitori dell’accordo con gli eurofobici, mentre l’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani sta con un piede da una parte e uno dall’altra. Nella Lega è ormai evidente la spaccatura tra i governatori del Nord ed il ministro Giorgetti, consapevoli della necessità di coltivare buoni rapporti con l’Ue e i salviniani che, dimenticato il federalismo alla padana, rincorrono la Meloni e i suoi accoliti sul piano del sovranismo più spinto. Negli stessi pentastellati molte sono le voci critiche verso l’Ue su diverse questioni. C’è dunque ampia materia per un dibattito su tale argomento anche nel contesto della Conferenza sul futuro dell’Europa attualmente in corso. A questo proposito, nella ricorrenza dell’80° anniversario del Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita, il 26 novembre è in programma a Sondrio un’assemblea cittadina che vedrà la presenza di esponenti delle forze politiche, delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, degli enti locali, della scuola e del volontariato per discutere delle proposte da presentare alle istituzioni europee per far avanzare l’integrazione tra i Paesi aderenti all'Ue. La Brexit non deve avere imitatori, ora la parola passa necessariamente alla società civile e ai suoi rappresentanti.
Guido Monti, responsabile del
Comitato provinciale per l’Europa di Sondrio