Sono abbattuti i boschi, vaporosi
Sotto il volo d’uccelli. Sulle città
Non c’è un cielo più luminoso. Lo
solcano nereggiando stormi funesti.
Caddero i boschi sotto la scure. L’acciaio
Abbatte le città. Cresce
Il bosco nei figli dei taglialegna.
Porto dell’est. Quattro del mattino. Da una
Impalcatura scende luce sulle macerie.
Due in strada: sono un’ombra sola sul muro di crepe.
Passo. Si baciano. Proseguo
E a lungo girandomi li scorgo
Tra muro di macerie e impalcatura.
Percorro il parco, tutto preso dai versi
Contro la mala usanza di cantare tristi canzoni.
Chiaro di luna.
Ragazzo su una panchina.
Lo sento cantare stentoreo una triste canzone.
Attraverso la strada ben distinto tra il
Fragore dei vari veicoli sento un fischio.
Al margine della strada un uomo anziano
E una foglia di sambuco tra le labbra.
Fischia.
Passando faccio segno che dev’essere tocco.
Egli, gentilmente,
Accenna un inchino.
Trad. Gio Batta Bucciol