C’ero anch’io sabato 11 settembre 2021 al Palazzo Malacrida di Morbegno, alla presentazione dell’ultima raccolta poetica di Luca Martinalli, dal titolo Io-yo. Con l’autore, che ha brillantemente declamato alcune sue liriche raccontando anche del suo percorso artistico, c’erano anche Massimo Malgesini, il curatore della prefazione, e Don Diego Fognini, parroco e operatore antidroga attivo da quasi trent’anni con la comunità territoriale e di accoglienza “La Centralina” di Cermeledo, Proprio a questa Associazione Luca ha deciso di devolvere il ricavato della vendita del suo libro.
Dalle parole di commento di Malgesini: «…Io-yo è frutto di una maturità umana e poetica, anche se non definitiva… Il titolo riassume, in modo esemplare, la peculiarità della raccolta. A livello tematico, suggerisce l’inquietudine, il senso di smarrimento e di oscillazione dell’io causati dalla condizione in cui una società sempre più estraniante ci costringe a vivere».
La poesia è per pochi, si sente spesso dire, ma personalmente ritengo al contrario che la poesia sia di tutti, perché nei versi altrui spesso riusciamo a trovare molto di noi stessi. Conosciamo quindi meglio il nostro autore, attraverso questa intervista che gentilmente mi ha rilasciato, con l’augurio di continuare su questa strada di ricerca e il ringraziamento per il suo prezioso contributo al sociale.
– Quando hai iniziato a scrivere?
Sin dall’adolescenza la volontà di rappresentare le mie emozioni attraverso la scrittura ha fatto parte del mio essere. Questa passione è poi rimasta latente per molti anni sino al 2010, anno in cui ho preso il coraggio a quattro mani e ho dato alle stampe la mia prima raccolta L’imperfetto flip del pongista naif.
– Cosa rappresenta la poesia nella tua vita?
La poesia è lo strumento attraverso cui riesco a veicolare compiutamente, in modo al tempo stesso razionale e sognante, il flusso dei miei pensieri e delle mie riflessioni che, diventando parola scritta, lasciano segno tangibile del loro essere venuti alla luce.
– Quali sono le tue fonti d’ispirazione e le tematiche che affronti nei tuoi scritti?
Lascio che siano scintille improvvise ad ispirarmi; un ricordo sopraggiunto, un incastro di parole nato dal nulla, un’immagine casuale che sollecita rimandi al passato o lascia presagire spiragli futuri. Ne conseguono scritti e raccolte che non presentano omogeneità tematica; convivono ad esempio nelle medesime raccolte temi quali l’invettiva sociale, la visione critica della politica, la descrizione dell’universo femminile, l’esigenza della rivendicazione piena dell’io e della consapevolezza dei bisogni altrui. Non amo esprimermi in versi su tematiche imposte o in evasione a tracce standard. Come scrissi in Artificiosi strilli del 2016: “Io parlerò scrivendo di ciò che il cuore avverte, azzanna e vomita. Con lenzuolo di dolcezza steso a levigar la pelle”.
– Hai pubblicato negli anni alcune raccolte poetiche. Ci puoi dire i titoli e spiegare brevemente di cosa parlano?
Come ho detto, nel 2010 ho pubblicato la raccolta d’esordio L’imperfetto flip del pongista naif, il cui titolo è un chiaro rimando alla mia passione per il tennistavolo. Amo definire questa raccolta un fluido amalgama di sfrontate ruvidezze concettuali e armoniche contorsioni verbali; nei ventitré testi, viepiù brevi al limite dell’ermetismo, trovano spazio tematiche multiple quali l’Amicizia, l’osservazione del Sé e l’irreversibilità di talune congenite malinconie. Nel 2013 Migro con ali sfreccianti si distingue con i suoi ventiquattro testi per la più marcata ampiezza espressiva; si fanno strada tematiche quali la dignità del fine vita, il denaro che si appropria del potere, la satira di costume, il dolce descrivere gli affetti familiari perduti e quelli crescenti. Nel 2016 do alle stampe Tentacoli e radici il cui titolo simboleggia il percorso di analisi dell’animo umano che interpreto attraverso i ventitré testi che lo compongono, svariando, ad esempio, fra ricordi d’infanzia, la cruda descrizione della battaglia contro la malattia, il trasformismo opportunistico proprio del nostro oggi. Recentissima invece io-yo, raccolta che include pure sei testi risalenti all’adolescenza e che fa del repentino cambio di registro e dell’esprimersi su piani comunicativi differenti, la sua cifra stilistica. Trovano spazio in io-yo, affrontando tematiche multiple, tautogrammi, metrica rap e ricorso a una rimatura più classica ancorché istintiva e musicale, prima che rispettosa dei canoni tradizionali.
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
La promozione a più livelli di io-yo è realisticamente l’obbiettivo di più corto respiro; al tempo stesso riscoprire larga parte della mia produzione precedente che, per spunti e tematiche ancora decisamente attuali, rappresenta un ulteriore ambizioso traguardo. Alzando lo sguardo all’orizzonte auguro a me stesso di continuare ad essere “investito” di spunti utili alla produzione di nuove liriche e conseguentemente di ulteriori avventure editoriali.
Paola Mara De Maestri
Luca Martinalli, IO-YO
Edizioni del Faro, 2021, pp. 73, € 11,00
Luca Martinalli, nato a Morbegno nell’Agosto del 1971, marito di Patrizia e padre di Lorenzo e Milena. È residente a Cosio Valtellino e svolge la professione di bancario.