Andremo per le spicce. Il presidio popolare a guardia della discarica di Albano non molla la presa e fra alterne vicende continua il braccio di ferro con l’arroganza della Città papalina e la totale assenza della Regione Lazio
Riportiamo pari pari gli ultimi fatti così come resi da uno dei manifestanti che ormai da varie settimane si può dire che vivono in discarica.
“Quello che finora avevamo visto e temuto adesso è ampiamente documentato. Come si sosteneva, i rifiuti che arrivano da Roma non vengono trattati affatto. La frazione organica è putrescente, ammorbante, e mista a materiali di tutti i tipi. Dai copertoni interi, vetro e plastica, contiene di tutto e non è stabilizzata come si dovrebbe, è addirittura fumante, in piena fermentazione. Ieri, 18 agosto, all’arrivo del primo Tir era stato notato che perdeva percolato. Ne impedivamo l’ingresso in discarica e allora le Forze dell’Ordine si facevano garanti che se si lasciava passare lo avrebbero tenuto fermo all’interno in attesa del Sindaco Borelli o dell’ARPA. Impegno che si è poi tentato di non mantenere e comunque è arrivato il Sindaco, che al solito tentava di minimizzare ‒ ‘Si tratta di condensa, acqua’ ‒ e dicendo che si prendeva lui la responsabilità di far sversare il Tir. Intanto però arrivava un altro Tir che presentava lo stesso problema. E questa volta ci siamo proprio rifiutati di farlo entrare, è stato mandato avanti sulla strada. I Tir a quanto pare stanno arrivando da Malagrotta dalla Giovi 2, da Rocca Cencia dell’AMA sembra non stia arrivando più niente.
Questo secondo Tir è stato fatto entrare con il controllo da parte del presidio, per la pesa e per il controllo della bolla di respingimento e la sua motivazione. E quindi è stato rimandato indietro con tutto il carico. Era troppo evidente la tipologia di quello che trasportava”.
Maria Lanciotti