L’immortale maestosa bellezza e la sacralità del Monte Fuji, le sue nevi che toccano il cielo. I ciliegi in fiore, esplosione delicata di petali che porta alla loro estatica osservazione (hanami). Bijin e geishe. Paesaggi marini e campestri. Templi e ponti. Ma anche immagini celebrative o racconti di disastri; soggetti buffi, satirici, erotici o militari, con rappresentazioni di episodi storici e grovigli di uomini armati, cristallizzati in gesti definitivi in cruente battaglie. Souvenir du Japon... Ci si perde nella contemplazione delle seicento cartoline giapponesi esposte nello Spazio Maraini al piano terra di Villa Malpensata, sede del pregiatissimo MUSEC luganese. La scelta è stata compiuta fra il patrimonio di quasi seimila immagini della Collezione Ceschin Pilone, la più grande d’Europa per quel che concerne tale tema.
Abbracciarle nel loro insieme, mosaico di immagini le più disparate, o guardarle/ammirarle una per una è una esperienza da visitatore impagabile. Un corollario di operine – e non è certo limitativo il diminutivo – preziosissime, che partono dalla fine del XIX secolo per sforare in quello successivo, specchio di una nazione che si riapriva al mondo, depositaria di un gusto estetico assolutamente originale, quasi senza pari, e oltremodo importante testimonianza storica.
Cartoline prodotte con le tecniche della tradizione nipponica, ma anche con i mezzi della riproduzione fotomeccanica o sposando le suggestioni provenienti dal design Liberty e dall’Art Déco. Oggetti d’arte che trasudano, come detto, bellezza, rettangoli di armonia. Lacca, oro e colori a olio, stampa xilografica su carta increspata a mano, pittura a mano su legno... innumerevoli le tecniche utilizzate, ma la resa finale è sempre superba.
“Spesso le cartoline erano un’alternativa più economica ma altrettanto bella alle fotografie all’albumina dipinte a mano. Erano così spesso acquistate per essere collezionate e conservate ordinatamente all’interno di album, come tipici ricordi di viaggio. È il caso della maggioranza delle Cartoline della Collezione, che non hanno “viaggiato”, ovvero non sono state spedite. Non mancano però in mostra esempi di cartoline che hanno viaggiato, come quelle spedite tra il 1903 e il 1904 dall’ammiraglio Romeo Bernotti alla fidanzata”. E tocca nel profondo leggere i messaggi vergati dall’innamorato nelle sue rotte nell’Estremo Oriente alla lontana futura sposa.
“Per loro natura, le cartoline erano fatte per viaggiare e lungo il loro viaggio verso il legittimo destinatario, spesso fino dall’altra parte dell’Oceano, risultavano visibili a tutti e promuovevano così una conoscenza visuale diffusa del Giappone. Una conoscenza che nel tempo ha portato anche alla nascita di stereotipi sul Paese del Sol Levante, come le geishe, i ciliegi in fiore, la vetta del Monte Fuji innevata. Un Giappone da cartolina, appunto”. Invero il Giappone è anche questo, oltre i luoghi comuni.
In tempi di comunicazione iperveloce e, infine, dispersiva, tuffarsi in questo perduto universo agisce sul nostro spazio mentale, restituendoci una dimensione slow ed emozionando.
Alberto Figliolia
Souvenir du Japon. Cartoline della Collezione Ceschin Pilone (1898-1960). Fino al 5 settembre 2021. MUSEC-Museo delle Culture, Villa Malpensata, Riva Caccia 5/via Giuseppe Mazzini 5-Entrata principale dal parco, Lugano.
Info: tel. +41(0)8666960; e-mail info@musec.ch; sito Internet www.musec.ch.
Orari: tutti i giorni dalle 11 alle 18, chiuso il martedì.