Nota diplomatica dello Stato Vaticano al nostro in merito alla violazione di alcuni passaggi del Concordato che l’approvazione della legge Zan comporterebbe.
Dalle opinioni pro o contro divorzio, aborto, contraccezione, fecondazione, libertà individuali varie, siamo passati alla nota diplomatica. Non una ingerenza da parte vaticana ma la nostra violazione di accordi. Nota quindi legittima. Nel merito: attacco alla libertà della Chiesa che sarebbe costretta a parlare di diritti Lgbtq nelle proprie scuole e che vedrebbe a rischio l’attività delle proprie associazioni.*
Nota diplomatica da parte di chi è forte della propria posizione vista la presenza dei Patti Lateranensi nell’art. 7 della nostra Costituzione, e successivi concordati (1984, ultimo aggiornamento), quelli che dispensano i soldi del contribuente italiano per la loro religione. Con l’aggiunta di leggi ad hoc tipo 8xMille (devoluto al Vaticano dall’80% dei contribuenti), esenzioni fiscali di vario tipo, condanne (pagamento Ici e Tari) non onorate e concorrenza sleale delle strutture turistiche vaticane con diverse esenzioni fiscali che l’alberghetto dietro casa nostra neanche si sogna.
Vaticano omofobo? Non potrebbe essere altrimenti, foss’anche (pur considerando che alcuni cattolici la pensano diversamente dall’Oltretevere) per difendere la “roba”.
Ora avremo grandi discussioni, rassicurazioni più o meno ufficiali e nessuna conclusione. Ci mettiamo la mano sul fuoco!
Il problema è a monte. L’art. 7 della Costituzione può essere toccato solo da una legge di modifica costituzionale (maggioranze impossibili e proposte presentate tutte nei cassetti), referendum contro il Concordato quasi impossibile perché gli ultimi tentativi (1977) sono stati bocciati (Corte Costituzionale) dalla legge che vieta referendum in materia di trattati internazionali…
Qualcuno ha voglia di affrontare questo “monte”? Tanti, ci sembra, nella società civile. Quasi nessuno, e in posizione di estrema debolezza, a livello istituzionale.
Crediamo sia opportuno, come è stato nel secolo scorso per pillola contraccettiva, divorzio e aborto, una grande mobilitazione popolare che costringa il legislatore. Il primo passo è la mobilitazione per la raccolta di firme per la legalizzazione dell’eutanasia. Queste materie, inclusa la pecunia che ci viene sottratta, possono esser trattate solo in questo modo, coinvolgendo anche le confessioni religiose cosiddette minoritarie che oggi invece sembra che affollino solo le anticamere dell’8xMille.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* Corriere.it, 22 giugno 2021.