Ambria Jazz giunge alla tredicesima edizione e da allora la mutazione è stata profonda. Se nei primi anni era un festival jazz, l’unico della provincia di Sondrio, che con un piccolo budget e tanto lavoro dell’organizzazione e dei volontari riusciva comunque ad allestire un programma equilibrato, interessante e mai banale, oggi è cresciuto e si è allargato, non solo nei comuni coinvolti ma, soprattutto, perché è diventato un contenitore culturale in cui le diverse espressioni artistiche trovano spazio e sostegno.
Non solo jazz quindi, ma anche una commistione di musiche che vanno dal folk all’elettronica, ma, per fortuna, a differenza di molti altri festival che hanno fatto questo passo puntando alla quantità e non alla qualità, in Valtellina non hanno sbracato. Non ci sono, e spero non ci saranno mai, cantanti o gruppi usciti da X Factor o dal Festival di Sanremo, né improbabili rocker nostrani riciclati sul viale del tramonto, scorciatoie per avere pubblico e attenzione dei media ma sicuro boomerang in termini di coerenza e stima da parte degli appassionati.
Niente di tutto questo sotto il cielo della Valtellina, ma un programma equilibrato con alcune punte di notevole interesse. Ma non solo musica, c’è molto molto di più, dal cinema muto musicato alle passeggiate con musicisti e teatranti, il jazz camminante, la musica per e con i bambini, location e panorami come solo la montagna sa offrire, danza abbinata alla musica elettronica, poesia dialettale, convivialità e al contempo misure di sicurezza, e tutto in una veste che si fa sempre più all’insegna della sostenibilità green.
Insomma, cari jazzofili, se nel mese di luglio volete buona musica, grandi panorami, belle passeggiate e, perché no, buon cibo e ottimo vino, Ambria Jazz fa per voi.
Non mi soffermo sul programma, da ieri in rete c’è il sito nuovo di zecca del festival con il cartellone dettagliato e la possibilità di iscriversi e prenotarsi (obbligatoriamente) a concerti e/o camminate.
»» www.ambriajazzfestival.it
Roberto Dell’Ava