La festa della mamma, come la conosciamo noi, risale al 1914 quando l’allora presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson, con una delibera del Congresso, la istituì facendola cadere nella seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri. In Italia questa festa prese piede negli anni Cinquanta e, dopo un acceso dibattito parlamentare, la ricorrenza si affermò definitivamente a partire dal 1959. La festa della mamma, non è solo un evento destinato i bambini, ma è un’occasione speciale rivolta a tutti per riflettere sul valore della vita e degli affetti più cari. Ecco come vedono la mamma alcuni poeti del Laboratorio Poetico di È Valtellina e dell’Associazione EspRimi di Malta.
Nei tuoi occhi, madre
Nei tuoi occhi, madre,
occhi velati, non ancor rassegnati,
palpitan frammenti
di racchiuse promesse
in quotidiana solenne pienezza,
sostenuta da una fede salda
purificata nel dubbio.
La tua voce, madre,
inflessibile un tempo e severa,
ora calma e austera,
libera nello spazio del tempo
messaggi di contadina saggezza
dove senza posa traspaion
antichi e nuovi patimenti,
sublimati nelle rughe dell'amore.
Nel tuo sorriso, madre,
ancora riflettono
sentimenti intensi,
serene risonanze,
parole di vita
e un alito sommesso
d'intima speranza.
Marino Spini (Ardenno)
Mamma
Eri tanto cara,
premurosa e affettuosa
e avevi un’anima dolce,
pura e virtuosa.
Parlavi con il cuore,
sempre con parole giuste,
che donavano felicità.
Sei sempre stata attenta
e la parola in più
era ponderata.
Con la tua vicinanza
mi donavi
tranquillità, serenità e sicurezza.
Sei sempre
nel mio cuore.
Lucia Mescia (Morbegno)
Mamma aspettami
Cara mamma Ines
Quante volte mi hai chiesto: Maria quando mi vieni a trovare?
Ho voglia di vederti!
Le mie risposte, come fossero incollate sulle mie labbra: aspettami
Un giorno verrò, tranquilla.
I tuoi silenzi... quasi a mancarne le parole.
Mamma aspettami!
Quante discussioni...
Parole inutili al vento... per fare la pace.
Sono sempre stata nelle tue preghiere.
Per un nuovo percorso della mia vita
Completare il mio sogno.
Starti accanto...
Mamma tieniti pronta!
Se i tuoi occhi si dovessero chiudere
Per riposare in pace (come dici sempre) non permetterlo!
Mi soffermo nei racconti del tuo passato la guerra, la fame il niente.
Ma con la forza della fede ci hai cresciuti.
Sussurra, la mia coscienza, il cuor mio si ribella l'anima mia si libera
Dicendoti grazie per avermi donato la vita.
Mamma aspettami...
Capisco solo ora cosa significa essere la figlia di una mamma.
Anch'io sono mamma.
Ti voglio tanto bene.
Maria Barcella (Milano)
Mamma
Mi prendesti tre le tue braccia
regalandomi la vita
e il tuo respiro
fu subito il mio.
Baciasti il mio viso
asciugando le mie lacrime.
Dimenticai le mie paure
lasciandomi avvolgere
dal tepore del tuo corpo.
L’odore della tua pelle
sulla mia pelle…
Profumo che
Nessun tempo potrà mai
Cancellare.
Alda Volpi (S. Martino in Val Màsino)
Madre
Quei baci mai dati
mi sono poi ritornati.
Quelle parole mai dette
nei tuoi occhi le ho lette.
Angelisa Fiorini (Cosio Valtellino)
Sempre tu mamma
Raccolgo una mano,
la stringo forte
anche se lenta la sento scivolare via
e perdersi tra le insidie del tempo.
Sempre tu mamma.
Incontro uno sguardo
sul sentiero che conduce al domani,
conserva ancora il sapore dolce dell’infanzia
quando la schiena curva
era sui mei primi passi storti.
Sempre tu mamma.
Nel saliscendi della vita
ho rammendato i nostri strappi,
imparato da te a guardare in faccia il dolore
e a riconoscere l’altro con la forza del dono.
Sempre tu mamma.
Ti vedo china sull’amata terra,
trafitta da un nuovo raggio rialzarti
e trasformare i tuoi frutti amari
in albero sempre in fiore.
Paola Mara De Maestri (Cosio Valtellino)
Mamma
Non si è mai spento il tuo sorriso.
Non si è mai spenta la tua parola.
Non si è mai spento il tuo amore.
Sono sempre io, tuo figlio
e a te mi rivolgo,
alla tua memoria
alla tua presenza
al tuo dolcissimo amore.
Hai saputo sempre comportare con amore
a volte dolce
a volte serio
a volte col silenzio
a volte no.
Non esiste amore come il tuo
cara dolce mamma.
Emmanuel Attard-Cassar (Malta)
Tanti anni dopo
(A mia madre scomparsa)
Tanti anni dopo la tua
partenza per altro porto
ho capito il perché
non ho versato lacrime
al tuo addio...
ho capito che da quell’
istante
hai iniziato ad abitarmi
testa, corpo, cuore,
pensieri e tic...
Tanti anni dopo
mi sento forte
non piango, sorrido,
mi guardo e vedo te
amata madre mia.
Patrick J. Sammut (Malta)
Abbandono
I miei occhi son divenuti vuoti.
Inamovibili.
Inanimati spettri di un’identità svanita.
Eppur saldi nei miei, m’hanno sorriso,
perduti non so dove.
Oltre l’amnesia
forse
o l’assenza.
Oltre la sindrome
in cui la mia ribellione s’è dibattuta sconfitta.
Inutilmente
ho trasformato il mio sguardo per raggiungerti…
E tu
come hai potuto
MADRE,
abbandonarmi?
Come hai potuto
smarrirti così…
girovagando…
Vagabondo nel giardino degli orrori
Nella più totale disconoscenza?
Angela Botta (Morbegno)