Fino a 26 settembre 2021 Palazzo Albergati a Bologna ospita una grande mostra omaggio ad Andrea Pazienza, con oltre cento opere. Con il titolo “Fino all’estremo”, titolo che rimanda alla prima stesura di quello che sarebbe diventato Gli ultimi di Pompeo, culmine artistico e narrativo di Andrea Pazienza.
«Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi, era un orso, questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare».
(“Andrea Pazienza. Il segno di una resa invincibile”, Corto Maltese, novembre 1983)
Pazienza nacque a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956, figlio del sanseverese Enrico Pazienza, docente di educazione tecnica. Pur considerato che la famiglia risultava essere residente stabile nel comune di San Severo (paese d’origine paterno), in provincia di Foggia, la madre volle comunque darlo alla luce nella sua città natale. All’età di dodici anni, Pazienza si trasferì per studio a Pescara, tornando quasi ogni settimana a San Severo, dove continuò a frequentare gli amici di sempre e a lasciare tracce della sua genialità, tra l’altro realizzando le scenografie di alcuni spettacoli presso il Teatro Verdi. Nella città abruzzese si iscrisse al Liceo Artistico “Giuseppe Misticoni” e strinse una sincera amicizia con l’autore di fumetti Tanino Liberatore.
In questi anni crea i suoi primi fumetti, in parte tuttora inediti, e realizza una serie di dipinti; collabora, inoltre, con Laboratorio Comune d’Arte “Convergenze”, che dal 1973 espone i sui lavori in mostre sia collettive sia personali. Nel 1974 si iscrive al corso di laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo (DAMS) presso l’Università di Bologna, ma poi abbandonerà gli studi a due anni dal conseguimento della laurea. Vive gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del ’77, che fanno da sfondo al fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, primo fumetto personalizzato.
In quella facoltà incontra altri artisti e scrittori come Enrico Palandri, Pier Vittorio Tondelli, Gian Ruggero Manzoni, Freak Antoni e Francesca Alinovi.
Nel 1977 con Filippo Scozzari entra a far parte del gruppo che realizza la rivista Cannibale, una rivista di fumetti sperimentale per adulti di genere umoristico e satirico fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli, a cui si unirà in seguito Tonino Liberatore. Dal 1979 al 1981 collabora col settimanale Il Male. Col gruppo di Cannibale e con Vincenzo Sparagna, fonda nel 1980 il mensile Frigidaire, sulle cui pagine fa la comparsa Zanardi.
La collaborazione con Frigidaire rivela un Pazienza prolifico, per quanto insofferente alle scadenze e alle pressioni editoriali. Nei soli primi mesi della rivista realizza soggetti e disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori, e con tecniche miste. Tra i personaggi, Francesco Stella, l’investigatore senza nome, Pertini, (per altro un albo speciale “disegnato in tre giorni” – dice Pazienza). Realizza anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster, e spot grafici. Inoltre omaggia Tamburini e Scozzani di collaborazioni, e illustra articoli e racconti su richiesta del direttore Sparagna. Nelle proprie storie, collabora inoltre con autori meno noti (Nicola Corona, Marcello D'Angelo).
Si dedica anche all’insegnamento, dapprima presso la Libera Università di Alcatraz (Santa Cristina di Gubbio) di Dario Fo (coordinata dal figlio Jacopo). Quindi nel 1983 partecipa a Bologna alla Scuola di Fumetto e Arti grafiche Zio Feninger, fondata da Brolli e Igort in collaborazione con Arci locale, e insegna a fianco a Magnus, Mattotti, Silvio Cadelo e altri. Qui tiene un corso fino a giugno del 1984, raccontando quell’esperienza di insegnante qualche anno più tardi nel romanzo a fumetti Pompeo.
Senza limitarsi al fumetto, Pazienza firma in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della Città delle donne di Fellini, e quello per Lontano da dove regia di Stefano Casini e Francesca Marciano, nel 1983, e seguono molti altri videoclip e copertine di dischi (come Robinson di Roberto Vecchioni e Passpartù della Premiata Forneria Marconi).
Si cimenta anche nella pittura, esponendo nuove opere presso la Galleria Comunale di Bologna e il Palazzo delle esposizioni di Roma.
Se in questi anni Pazienza incontra una grande fama grazie al suo lavoro, contemporaneamente si avvicina alle droghe pesanti.
Nella notte del 16 giugno 1988 muore improvvisamente a Montepulciano per droga.
Pochi giorni dopo la sua scomparsa, si apre a Peschici la prima mostra che avrebbe dovuto tenere insieme al padre Enrico. È sepolto nel cimitero di San Severo.
Nel febbraio 2002 è uscito il film Paz!, diretto da Renato De Maria, che ha per protagonisti alcuni dei personaggi più importanti di Andrea Pazienza.
M.P.F.