Come 5 milioni e mezzo di italiani (numero in continuo aggiornamento) sono stato vaccinato contro il covid per la seconda volta, oggi a Vidor di Treviso. È stata un’operazione rapida e semplicissima.
Sono soddisfatto.
Anzitutto perché voglio restar vivo per terminare la ricerca linguistica per cui sono nato.
Non voglio che san Pietro mi dica aprendo la porta sorpreso: – Già qua? Così presto? Non ti aspettavamo per ora. Il tuo arrivo era programmato… molto più in là.
Decidere io di non lasciar scorrere la vita come deve svolgersi è criminale. Mi piace che gli over ottanta la pensino come me, vista la loro alta affluenza al vaccino.
Ora, se il Purgatorio esiste, come narra Dante, un arrivo anzitempo si sconta con delle sofferenze perché non si è fatta la volontà di Dio, che aveva disposto diversamente. E non ho fatto ciò che voleva da me. Resterei con una vita interrotta.
Il terzo motivo sta nel giudizio della persona intelligente quaggiù, che direbbe: – Ha finito intubato. Non respirava più, come tanti coviddati. Eppure, avrebbe dovuto tutelarsi col vaccino per non fare una fine così… povero fesso!
Ebbene io non rischio più questo pericolo.
Sono stato accompagnato da mio fratello Paolo, che fece la prima puntura Astrazeneca a febbraio, come insegnante. Mi era parso più fortunato di me. Adesso io sono a posto. Lui dovrà attendere la seconda a giugno.
Scrivo per invitare chi resiste a vaccinarsi di superare il dubbio e farsi ‘sta punturina.
Carlo Forin