Ad Aosta al Centro Saint-Bénin fino al 26 settembre ha aperto la mostra “Guido Crepax. I mille volti di Valentina”, a cura di Alberto Fiz in collaborazione con l’Archivio Crepax.
Attraverso Valentina, Crepax (Milano 1933-2003) non inventa solo un personaggio iconico, destinato a influenzare moda e costume (lei è stata l’antesignana di tutte le influenzer, Chiara Ferragni compresa), ma crea un intero universo segnico-visivo dove si stratificano ossessioni e desideri in base a una narrazione sincopata, dai tratti inediti, che dà vita a un unico grande romanzo. Storie, metastorie, storie immaginate o storie sognate rappresentano l’occasione per rimettere tutto in circolazione superando ogni convenzione nell’ambito di un percorso dove Crepax è Valentina, Valentina è Crepax in un continuo scambio di ruoli. È lei a esprimere i desideri inconfessati del suo autore, così come la sua parte intellettuale e politica (Valentina si proclama trotzkista, ama il jazz, il cinema russo e francese, la letteratura e le mostre d’arte). Ma per mezzo del meccanismo onirico diventa protagonista in prima persona degli eventi che intorno a lei sembrano modificarsi: Valentina scende la scalinata di Odessa nel celebre film di Ejzenśtejn La corazzata Potëmkim, finisce sul set di Ingmar Bergam, incontra Corto Maltese e conversa con le sculture di Henry Moore. Del resto, già nel 1975 Maurizio Fagiolo dell’Arco spiegava come Guido «irrompe sulla pagina una nuova cultura mentale e visiva che deriva dall’école du regard o dal nouveau roman come dal fotogramma di Godard. Si sviluppa, quindi, un allargamento tecnico della realtà connesso strutturalmente a quello tecnico del racconto». Tutto ciò determina lo stream of consciusness di Joyciana memoria intorno al quale si sviluppa la galassia Crepax.
“I mille volti di Valentina”, la mostra con oltre cento opere tra tavole originali, oggetti di design, abiti e documenti inediti, proposta al Centro Saint-Bènin di Aosta, identifica le infinite sfaccettature di una vicenda durata mezzo secolo dove la seducente diva con la frangetta e la minigonna rappresenta il marchio di fabbrica, sebbene faccia la sua comparsa solo nel 1985 quando l’autore milanese era già famoso per le sue copertine di dischi (dal 1953 ne realizza oltre trecento) e per la sua brillante attività di pubblicitario che lo conduce nel 1957 a vincere la Palma d’oro per la sua campagna alla benzina Shell. Come avviene sulle tavole, privato e pubblico s’intrecciano e in una rassegna divisa in sette sezioni non manca lo spazio per i giochi con la ricostruzione delle grandi battaglie (tra cui quelle del ciclo napoleonico), intorno ai quali si sfidavano gli amici e i familiari tra cui il fratello Franco, discografico, oltre a Claudio Abbado, Giorgio Gaber e Umberto Eco. Ben più che passatempo, i giochi erano l’occasione per creare un mondo parallelo secondo una prospettiva che, sin dagli esordi, ha sempre caratterizzato l’indagine di Crepax. Giochi, musica, pubblicità, fumetto sono i multiformi aspetti con cui si è espresso il “viaggiatore immobile”. Proprio così si è voluta intitolare l’ultima sezione della kermesse dedicata allo studio di Crepax in via De Amicis 45 a Milano dove, nascosto in chissà quale angolo, si poteva scrutare il vaso di Pandora in cui è nata Valentina.
M.P.F.