Caro Forin, desidero congratularmi di nuovo per la brillante esposizione sul ‘nostro’ giornale online. In particolare ho apprezzato l’accenno alla resistenza europea, perché questa fu di fatto l’opposizione al nazifascismo nel biennio ’43-’45.
La resistenza non può essere ridotta infatti a un fenomeno soltanto italiano dal momento che, come si tende invece a dimenticare, investì l’intero Vecchio continente. E il prossimo 9 maggio, giornata dell’Europa, ricorderemo a Sondrio la figura di Sophie Scholl, martire tedesca della resistenza europea, di cui proprio lo stesso giorno ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Oggi ho partecipato alla celebrazione della Liberazione tenuta a Morbegno, nel corso della quale il presidente provinciale dell’Anpi, Egidio Melè, iscritto fra l’altro al Movimento federalista europeo, ha inneggiato all’Europa della solidarietà, con riferimento alla gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen. A molti sfugge che non è semplice far fronte alla pandemia in assenza di una politica sanitaria comune, come avviene invece in stati federali quali sono gli USA. Anche in Valtellina si è avviata un’Ice (iniziativa dei cittadini europei) che chiede in sostanza il rispetto del diritto alla salute per tutti ed una conduzione trasparente della campagna di vaccinazione da parte degli interlocutori che la attuano, i vari governi da una parte e le case farmaceutiche dall’altra. Il contribuente paga di tasca propria la ricerca e la distribuzione dei vaccini e gli deve essere garantita la possibilità di verificare la liceità delle procedure. È scontato che questo possa avvenire più facilmente in condivisione d’intenti fra i Paesi dell’Ue e non in un contesto intergovernativo dove finiscono per prevalere logiche interne e non sovranazionali. L’auspicio è che Mario Draghi, mentre la leadership di Angela Merkel sta per tramontare e quella di Macron tarda ad affermarsi e potrebbe pure volgere al termine, possa affermarsi come statista di livello europeo e condurre il nostro Paese alla guida del processo d’integrazione europea, la sola soluzione plausibile per trascinarci fuori dalla crisi in cui versiamo assieme all’intera l’Ue e dare respiro alle future generazioni. Bisogna augurarsi che qualcuno capisca al più presto come non ci sia via di mezzo fra federarsi o perire, Luigi Einaudi lo sosteneva già oltre settant’anni orsono.
Cordiali saluti e buona continuazione della collaborazione con Tellusfolio.
Guido Monti