Un posto di fumi e vento
Foto di Riccardo Marchionni
Testo di Gordiano Lupi
Sono nato in un posto di fumi e vento della Piombino vecchia, in via Gaeta, dove sentire profumo di mare era una scommessa persa in partenza, anche se il mare era poco distante. Un condominio annerito dallo spolverino -carbone e sogni -dove c’era una chiostra per lavare e tendere i panni che la fantasia d’un ragazzino trasformava in un campo di calcio come San Siro. La casa dei nonni era il rifugio alle tempeste diurne, proprio in chiostra, accanto alle pile per lavare, quando decidevo che ne avevo avuto abbastanza di far correre Mazzola e Rivera in quel San Siro immaginario. Mia nonna leggeva Grand Hotel, a volte un libro, un fotoromanzo; il nonno fumava il sigaro toscano, cantava e parlava inglese, ricordava gli anni da emigrante, le guerre mondiali -una combattuta, l’altra subita -provando a ingannare le troppe primavere passate. Io sognavo -quello son sempre stato capace di fare -L’Uomo Ragnoin mano, sfogliavo pagine colorate, lo vedevo volare sui tetti di New York, fantasia al galoppo, tra palloni in rete e la mia città vecchia senza un domani.
Nuovi appuntamenti sul Gruppo Facebook Edizioni Il Foglio, il nostro Salotto Letterario organizzato in collaborazione con Unitre Piombino. Collegatevi al Gruppo FB.
Questa settimana si parla di poesia cubana con Virgilio Piñera e il suo teatro dell’assurdo, mentre Francesca Peccianti conclude il discorso sul tramonto dell’Occidente e Maurizio Cinquini ci introduce alla consapevolezza di sé (mindfulness). Gordiano Lupi e Cristina De Vita rileggono Sogni e altiforni, un libro ambientato tra Piombino e Trani che è stato presentato al Premio Strega; Alessandro Fulcheris parla di sommergibili e misteri nella trama di un giallo anni Ottanta, ambientato al Falcone di Piombino.
Tutti gli appuntamenti si terranno alle ore 18 e 30.
Programma 26 - 30 aprile
Lunedì 26 aprile – Dargys Ciberio legge passi da La isla en peso del poeta e drammaturgo cubano Virgilio Piñera in spagnolo (presto su Poesia di Crocetti), tradotto e commentato in italiano da Gordiano Lupi
Martedì 27 aprile – Francesca Peccianti (UniTre Piombino) prosegue il racconto de Il tramonto dell’Occidente
Mercoledì 28 aprile – Alessandro Fulcheris presenta “I sommergibili di Betasom” nel libro Il mistero del Falcone (grande successo editoriale)
Giovedì 29 aprile – Gordiano Lupi e Cristina De Vita leggono passi da Sogni e altiforni. Piombino Trani senza ritorno (introduzione di Stefano Tamburini, direttore de Il Tirreno)
Venerdì 30 aprile – Maurizio Cinquini (UniTre Piombino), Mindfulness. Consapevolezza di sé
1979
di Francesco De Luca
Sono nato nel Settantanove
in una zona di periferia che non conosce nessuno
Serpentara cosmica dei pantani
ultimo avamposto di un niente declamato a Capitale
invaso da saltimbanchi verdi gialli blu
che non fanno non sanno non sono.
Sono nato nel Settantanove
quando è crollata la poesia
sotto una luna insabbiata color paglia
quando a Roma non veniva già più nessuno.
Perché a Roma ormai non si viene più
ci si nasce o ci si muore.
Roma non la si sceglie,
coi suoi altari troppo alti
di marmo così costoso e ricercato
a coprire fondamenta in putrefazione
senza ostie e senza sacerdoti.
Mentre bambine vengono stuprate a San Lorenzo,
giovani immigrati per colpa o per destino
spazzano le strade chiedendo indietro due monete
due, tra tutte quelle loro rubate,
con sorrisi che non conosciamo più.
Dei cinesi fotografano San Pietro comprando case
mentre svendiamo la Storia per due pugni di banconote
andiamo a Tenerife.
Le bandiere sventolano sotto una pioggia chimica
e dove sono i poeti? Dove sono coloro
che da sempre hanno indicato la direzione
la strada la scorciatoia per non cadere
nel buio più profondo della corruzione e del degrado?
I poeti non cantano più perché vengono uccisi
smembrati derisi investiti, affondati come barattoli di latta
come poltrone piene di pulci impossibilmente anallergiche
ospiti indesiderati, brancolanti.
Tra ciechi, vengono chiamati ciechi
Tra poeti, pazzi tra ciechi.
Sono nato nel Settantanove
l’ultima generazione prima che finisse il Novecento
quella che andava all’università sessuata e bella,
eroe greco in un turbinio di pecore.
Quando prendere il trentotto barrato era
un atto gioioso, un regalo del destino
e si percorreva il tratto Archimede Filattiera
tra siringhe lamiere e vipere morte.
Oltre quel punto bisognava immaginarsi come andare,
senza cellulari, senza palmari. In tasca solo un gettone,
ma bisognava usarlo bene.
E c’era un piccolo colle, con sotto una villa romana
anche importante pare, da lì
scendevano come Unni i ragazzi di Fidene.
Scattavano risse chiodate sassaiolate
e cani selvatici ci raggiungevano come lupi
o forse erano lupi.
Ma abbiamo tradito tutto ciò che non avremmo dovuto abbandonare,
fatto tutto quel che non avremmo dovuto fare, in nome di un progresso
che nulla è se non paura di affrontare se stesso.
Si cerca il nuovo, l’esotico, la coca la puttana
la politica del potere proibizionista schiavista, l’inciucio fascista.
Senza più biciclette Via delle Isole Curzolane
incrocia un Tufello in cui non ci si spara neanche più,
in cui i vecchi barcollano - o sono poeti? -
abbandonati senza tempo non c’è tempo,
schiacciati così come siamo da noi stessi e non da altro.
Schiviamo vuoti, buche, in attesa di un cambiamento per braccio di chi?
Aspettiamo il giorno in cui il potere non avrà più potere.
Nessuna dipendenza! Solo libertà!
Ho sorvolato l’Himalaya perdendomi tra i vicoli di innumerevoli
città d’Asia, aspirando droghe, seducendo donne
e ho ricominciato, nel tornado di colori che multidimensioni
offrivano al mio andare; dalla Cina del Nord al Vietnam
Hainan Sichuan Pechino. A Simatai ho visto Roma
che come un germoglio spuntava sulla Grande Muraglia
abbracciando un sole Orientale
e son tornato alla Piramide Cestia per portare un fiore a Keats a Shelley.
Tutto è sembrato un’allucinazione,
così come un’allucinazione sono io a voi
e voi a me mentre parlo una non parola
che non è poesia ma suono proveniente da un altrove,
chissà dove.
Odore d’incensi, suoni di venti.
Sono nato nel Millenovecentosettantanove
quando è crollato un sogno
ma ancora vado chiedendo
Che Paese sarà mai l’Italia senza la Poesia?
(Con le Edizioni Il Foglio Francesco De Luca ha pubblicato Karma Hostel)