Non c’è ordine nei miei pensieri.
Terminata la cattedrale compongo la sinfonia
Quindi studio e torturo,
invio i reggimenti e progetto il ponte.
Scrivo anche in cinese e bonifico la palude.
Poi ballo il tango, riunisco la flotta,
dipingo la mela in mille maniere,
ma per quanto io spesso dorma con te
il tempo rimane invisibile.
C’è e non c’è.
[…]
In questa marea imparo a conoscermi.
Sempre meno:
avevo mille vite
e ne ho presa una sola!
Lentamente mi libro verso gli specchi
in cui mi dissolverò.
Solo quando tocco il quadrante esploso sommesso:
due che sono uno solo
diviene nessuno.
Allora io non ho scritto neppure queste parole.
Com’è dunque possibile che tu possa leggerle?
Quanto più l’occhio ingrandisce
tanto meno
c’è da vedere.
Trad. Fulvio Ferrari