Studentessa alla School of visual Art, alunna di Carl Andrè e Sol Lewitt, laureata alla Columbia University, studiosa della fenomenologia di Merlau-Ponty e dei testi buddisti, violinista, Laurie Anderson è uno dei personaggi più interessanti della musica d’avanguardia degli anni settanta e ottanta. Prima di arrivare al suo più noto successo – il barone O Superman, pubblicato nel 1981 – la Anderson si era già fatta conoscere come musicista e artista negli ambienti newyorkesi. Nel 1972 esordisce con una performance dagli espliciti riferimenti a Futurismo e Dadaismo, in cui esegue una sinfonia per clacson in un parco di Rochester. In seguito comincia a sperimentare nuove possibilità sonore con strumenti musicali manipolati, una pratica che resterà costante nella sua opera. I suoi violini modificati sono passati alla storia: si pensi al “viofonografo”, un giradischi suonato con un archetto, o al violino al neon, in cui la risonanza elettronica della lampada entra a far parte del suono emesso.
L’artista ama giocare con le parole inventando nuovi linguaggi, nel tentativo di instaurare nuovi tipi di comunicazione con il pubblico di tutto il mondo. I suoi concerti sono spettacoli multimediali profondamente sperimentali, densi di riferimenti culturali (veri e propri omaggi che la Anderson offre a scrittori e filosofi contemporanei) e accuse contro la società dei nostri giorni.
Oggi l’artista ha trovato un nuovo mezzo di espressione nel Web. (Maria Paola Forlani)