Il Covid si diffonde a macchia d’olio e le soluzioni per arrestarlo devono diffondersi ancor più velocemente. Nessuno è al sicuro fin quando tutti non avranno accesso a cure e vaccini efficaci e ognuno ha diritto ad una cura.
Anche in provincia di Sondrio è stata avviata un’ICE (iniziativa dei cittadini europei) denominata “Per il diritto alla salute, nessun profitto sulla pandemia”. L’appello ha raccolto l’adesione di decine di operatori della sanità, tra i quali Simone Del Curto e Vicky Tshimanga, medici del reparto anti-Covid dell’ospedale “Morelli” di Sondalo.
L’ICE intende ottenere la certezza che la Commissione europea faccia quanto è in suo potere per rendere i vaccini e le cure antipandemiche un bene pubblico globale e accessibile gratuitamente a ogni persona. Va garantito il diritto alla salute in piena trasparenza e i contratti fra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche devono essere resi noti a tutti. La ricerca e lo sviluppo di vaccini e trattamenti sono pagati dai contribuenti e quindi è necessario un controllo pubblico delle risorse messe a disposizione delle aziende farmaceutiche, che non devono trarre profitto dalla pandemia a scapito della salute delle persone.
Una minaccia collettiva richiede coesione e solidarietà, anche da parte dei Paesi dell’Ue, e non speculazioni e interessi di parte. Ma in Europa la politica vaccinale non ha funzionato perché chi potrebbe meglio gestirla (la Commissione europea) non ha il potere per farlo, mentre chi ha il potere (il Consiglio europeo espressione degli stati nazionali) non ha la capacità di farlo. Mario Draghi, seppure convinto europeista, ha affermato che se il coordinamento non funziona l’Italia andrà avanti da sola. Siccome da soli potremo fare ben poco, sarebbe opportuno che il suo governo avanzasse una proposta europea per andare oltre la gestione intergovernativa che ha dimostrato di non funzionare.
Guido Monti, responsabile
del Comitato provinciale per l’Europa di Sondrio