Ernesto Ponziani: “coltivatore di patate e parole”; Alberto Casiraghy: “stampa emozioni e accoglie colori”. Belle definizioni, semplici e magnifiche, che ben designano l’eccezionalità di due persone dalle multiformi capacità esistenziali e artistiche.
Ponziani è il poeta capace, nel suo eremo, di coltivare, oltre che patate e parole, convivialità; Casiraghy, alias Casiraghi, è un creatore di aforismi nonché stampatore ed editore sopraffino (difficile non avere mai sentito parlare del miracolo della Pulcinoelefante).
La voce degli specchi (casa editrice Tralerighe, sito Internet www.tralerighe.biz; prefazioni di Cristiana Vai e Giampiero Neri) è la splendida fatica letteraria, con un prezioso corredo di illustrazioni a cura di Casiraghy, scaturita dalla loro collaborazione. Un titolo emblematico dal momento che il libro è un inventivo immaginifico double face: lo giri e lo rigiri e trovi l’uno e/o l’altro, in un suggestivo gioco di echi e rimandi. Specchi, per l’appunto.
Sgrano pensieri come fagioli schiaccio
premo apro escono. Separo i baccelli
dal frutto. Ho tre cesti. Uno in centro
per l’amore, uno di lato per l’umore
uno sul pavimento per il dolore.
E posso fare confusione. Capita che
il cesto dell’umore accolga il dolore che
l’amore trovi occupato il proprio cesto.
Pensieri e fagioli... terragno solo in apparenza o, meglio, l’aderenza al dato della realtà mescolata ai grandi interrogativi che travagliano il nostro essere qui e ora, altrove...
A Ernesto risponde l’ossimorico Alberto.
A volte trovo l’inizio cercando la fine
Quando sono felice sogno anche ciò che non esiste
Chi si distrae con attenzione è salvo
Ma si capovolge di nuovo il libro...
I poeti nascono
tra fiori di campo
non certo nei giardini.
Esser poeti
non conviene. Più opportuno
diventarlo.
Vivere da poeti
è affascinante
soprattutto per gli altri.
Morire da poeti
non saprei come si fa.
Meglio rimandare.
Il filo e il filtro dell’ironia. Che la poesia sia un gioco? Un gioco nel gioco rischioso che è la vita? Quanto essa può contare nel breve passaggio dei nostri atomi sulla superficie di questa minima sfera rotolante negli abissi dello spazio? In ogni caso, ci sentiamo di rispondere, oltre l’effimero della gloria, la potenza delle idee e il potere della fantasia permeano lo spirito cosmico.
In ogni paradiso c’è un inferno che dorme
Domani sognerò sette fiumi inquieti
Domani ho trovato Dio in un ruscello
Rovesciamento dei concetti per penetrare più a fondo nel segreto dei giorni.
Aforismi poetici e poesie di aforistica luminosa saggezza.
Ho chiesto allo scalpellino
di cambiare i connotati
del mio cuore.
“Dovrò cercare gli strumenti adatti”
mi ha risposto.
Spero riesca prima che io
abbia terminato le maschere.
Come negli specchi, il riflesso delle identità. Frantumi, frammenti e ricomposizioni, trafugamenti e ritrovamenti. Piccoli grandi misteri.
Ogni amore ha il suo uovo incomprensibile
Cerco da anni luoghi imprevisti dove rinascere
Oggi mi sento un giocattolo inquieto
Chi è chi in questo felice marasma, dove dal Caos nasce l’ordine... o forse è vero il contrario?
«Gli occhi di Alberto» scrive nella sua introduzione al libro Cristiana Vai «sono essenziali, ispirati alla gioia e amano le contrapposizioni surreali; quelli di Ernesto sono lucidi, sicuramente anche lucidati dal dolore, e tagliano l’ipocrisia».
Non saprei descrivere
l’odore che avevano i binari
dopo il passaggio del treno.
E nemmeno il rumore
dei miei passi
sulle traversine di legno rugoso
ancora bagnate dalla rugiada
[…]
Poi la pioggia metallica
si allontanava
fino a cessare.
E io potevo tornare
nel ventre dei sogni
dell’albeggiare.
E ancora...
È il silenzio. Mi circondo di silenzio
quando voglio ascoltare.
Nel silenzio si sentono le vibrazioni
delle piccole particelle elementari.
Nel silenzio si odono le voci
dei minuscoli abitanti della terra.
Con il silenzio, solo con il silenzio
si possono afferrare i palpiti della mente.
È nel silenzio che si percepisce
il moto inarrestabile dell’universo.
«Del poeta Ernesto Ponziani» scrive nella sua prefazione Giampiero Neri «è nota la scelta di vivere in montagna, coltivando un po’ di terra. Di quando in quando pubblica qualche raccolta di poesie, plaquettes, aforismi. Generalmente lo fa per delle riviste e con un editore particolare, il leggendario Alberto Casiraghy, l’editore “che stampa in giornata”, qualità che non è l’unica ad appartenergli. Casiraghy è anche poeta estemporaneo, liutaio, filosofo e amico degli animali, di cui tiene in casa una certa rappresentanza».
Un duetto magico; con il sentimento dei lettori, un coro. L’Io che diviene Noi, tessere di un infinito solidale mosaico.
E nel più puro segno del kalòs kai agathòs.
Affinché tutti possiamo Nelle penombre inquiete trovare luci inaspettate?
Assolutamente da rimarcare, peraltro, la pregevolissima edizione di quest’opera. Davvero, oltre all’appagamento del cuore e della mente, una delizia per gli occhi e il tatto, per i sensi: il fruscio delle pagine sfogliate e risfogliate, il loro profumo... come quello delle patate, che sono dolci parole della terra.
Alberto Figliolia