Entro nella mia primavera n. 73.
Medito sui sette decenni passati per gustar meglio l’ottavo in corso.
Passai l’infanzia (1948 - 1957), l’adolescenza (1958 - 1967), la giovinezza (1968 - 1977), la prima maturità (1978 - 1987), la seconda maturità (1988 - 1997), l’infanzia vecchia (1998 - 2007), la giovinezza vecchia (2008 - 2018) ed ora sono nel terzo decennio anziano in vecchiaia piena.
Ho imparato qualche cosa? Sì! Inizio a consapere da quest’anno.
Voi direte: – Sei lento, se hai speso tanto tempo solo per questo sapere.
– Questo sapere è consapere. Inizio a ragionare cercando di far tesoro di quel che ho imparato in tutta la vita. Posso narrare a chi ne ha interesse.
Consò e sono felice.
In tutto questo tempo è cambiato il mondo e sono cambiato io. La mia volontà di cambiare il mondo, fortissima nel ’68, oggi è fioca. Il mondo ha cambiato me, fortissimo. Ed in meglio! Ho imparato a vivere felice; posso dar ad altri il testimone del cambiamento. Mi piacerebbe contribuire a sollevare l’Italia dal venticinquesimo posto nel mondo in felicità.* Se è vero che la felicità è contagiosa basta che continui a vivere felice. Molti diranno: – Carlo Forin è un vecchietto rinco, ma felice! – Bene così, felice per intanto. Quest’ultimo è un punto fermo. A me il compito di provare anche la mia normalità mentale. Descrivo il mondo come prova.
Nel ’68 la Cina di Mao era vicina -gridavano- ed io ho perduto la bella Cristina per colpa di Servire il Popolo. Oggi la Cina è vicina con la sua autostrada della via della seta. Anche troppo vicina la Cina di Xi Jinping, secondo Biden con economia galoppante e diritti soffocati. Il summit Cina-Usa è finito in rissa. Io non ho perduto nessuno stavolta. Io sto certamente meglio. Non vi pare? Ho imparato a distinguere ciò che mi tocca da quello che gira nel mondo ed andrà in qualche modo che non so.
Primavera 2020 andò a fragole e sangue, come era già chiaro, col covid esploso in tutta evidenza. Stavolta l’esperto infettivologo dice che ne avremo ancora fino a Natale con questo covid qua, con o senza vaccini. Sono nella classe d’età vaccinabile. Mio fratello più giovane è già stato vaccinato; io aspetto paziente di venir chiamato.
Sarà quel che sarà. Col vaccino andrò tranquillo distanziato dalla morte. Senza, avrò più probabilità di rispondere all’ultima chiamata, quella del rendiconto al padrone Dio. Ecco. Onestamente, non sono tranquillissimo.
Non sono un santo.
Non mi chiederà se ho cambiato il mondo, ma se ho imparato l’amore che Lui è venuto ad insegnarci dando la sua vita sulla Croce. Dirò che riconosco AMU in zumero ed ho cercato di dirlo ai miei fratelli in trent’anni di ricerca. Non è una civiltà perduta, ma quella originaria! Col recupero della lingua zumera potremmo rifondare l’esperanto su basi naturali ed avere la pace in pakie, ‘foglia uscita di bocca’.
Serviranno altre primavere?
Io non sono morto. Se qualcuno (laico o religioso non cambia) comincerà a scrivermi al carloforin2020@libero.it potremmo costruire assieme la nuova rete linguistica!
O, almeno, potremmo consapere che non sbaglio strada e sono felice con piena ragione.
Carlo Forin
* Cfr. Rep-tv, 20/03/2021.