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Maria Paola Forlani. Le la donne che hanno scritto la storia di Ravenna
Galla Placidia
Galla Placidia 
05 Marzo 2021
 

Ravenna è una città costruita dalle donne. Donne determinate che hanno visto in Ravenna un luogo da cullare. Donne innamorate che hanno intrecciato le loro vite con personaggi influenti della storia e della cultura, lungo gli assi geografici d’oriente e di occidente.

In un tour magico è bello pensare a Ravenna come la città della passione e dell’amore femminile e scoprirne la vita e i personaggi che hanno fatto la storia di Ravenna attraverso un percorso fatto di guerre, amori e leggende vissute dalle donne di un’epoca, attraverso le loro imprese e visitando i luoghi che le hanno rese indimenticabili…

Galla Placidia: nata a Costantinopoli nel 388/932 d.C. - muore a Roma il 27 novembre 450. Figlia dell’imperatore Teodosio I (che regnò dal 378 al 395) e della sua seconda moglie Galla.

Nipote di tre imperatori, figlia di uno, sorella di due, moglie di un re e di un imperatore, madre di un imperatore e zia di un altro, la nobilissima Galla Placidia fu dapprima ostaggio presso i Visigoti, poi loro regina; attraverso il suo matrimonio con re Ataulfo, e la nascita del loro figlio Teodosio rientrarono in una politica di avvicinamento tra barbari e Romani, ma la morte del bambino e quella del sovrano posero fine a questa possibilità.

Galla sposò l’imperatore Costanzo III, ottimo generale e collega di suo fratello, l’Augusto Onorio, ma la morte del consorte fu seguita da un rapido degrado dei rapporti con l’imperatore e Galla dovette rifugiarsi con i due figli a Costantinopoli, alla corte del nipote Teodosio II. A seguito della morte di Onorio, salì al trono un usurpatore; con l’aiuto dell’esercito orientale, Galla tornò in Occidente, depose l’usurpatore e pose sul trono il giovanissimo figlio Valentiniano III, per il quale fu reggente.

Nei dodici anni in cui regnò sull’impero romano d’Occidente, Galla dovette gestire il confronto fra tre potenti ed influenti generali, Costanzo Felice, Bonifacio ed Ezio. Dopo che quest’ultimo emerse vincitore, Galla ne ostacolò le mire di influenza su Valentiniano.

Gli ultimi anni furono caratterizzati dalla gestione della turbolenta figlia di Onoria e dal coinvolgimento nelle vicende religiose: fu una fervente cristiana, intransigente verso le ultime espressioni del paganesimo. La leggenda narra che quando Galla Placidia stava raggiungendo Ravenna per esercitare la reggenza dell’impero fu sorpresa da una tempesta: per intercessione di San Giovanni Evangelista riuscì ad approdare a Ravenna, nel punto in cui oggi sorge la Basilica di San Giovanni Evangelista. Inoltre a Ravenna fu promotrice della costruzione di molti edifici sacri. Oggi la sua reliquia è ospitata a Roma, ma a Ravenna sorge l’edificio funebre voluto dall’imperatrice stessa: il Mausoleo di Galla Placidia.

Amalasunta: nata a Ravenna il 495 d.C e figlia di Teodorico re degli Ostrogoti. Fu donna nobile, figlia, sposa, madre di re, e regina di Ravenna. Morto Teodorico, ella assunse la reggenza che segnò i migliori anni del regno del padre. Una donna molto determinata, bella, di grande intelligenza e dal carattere forte e virile. Fra le sue molte virtù, un solo difetto, che le fu fatale: un amore smodato per il potere. Amalasunta volle completare la fusione tra Romani e Goti: l’impresa era superiore alle sue forze, e la sua sconfitta fu anche la sconfitta di un ambizioso progetto politico. Governò Ravenna con grande saggezza e senso di giustizia, ma la leggenda narra che la grande amicizia con Giustiniano la portò a una morte ancora oggi misteriosa. Si dice che Teodora, che non era nata in un letto regale e si era conquistata il trono attraverso un uomo, temeva Amalasunta tanto da cospirare contro di lei: intuiva in lei una rivale pericolosa e diffidava della leggerezza di suo marito Giustiniano. Infatti, sembra che la morte della regina di Ravenna sia dovuta ad una trappola mortale di Teodora, sulle rive dell’isola di Martana.

Teodora: nata nel 500, donna dalle umili origini, libera, spregiudicata, ma imperatrice coraggiosa. Essa attraversò il Mediterraneo dalla Libia alla Siria e, nel 521 d.C, al suo ritorno a Costantinopoli divenne la donna del futuro imperatore romano, Giustiniano. Dimostrò astuzia e forte carattere tanto che si dice che Giustiniano si facesse consigliare da lei per le decisioni che riguardavano il regno, in quanto lui più debole e vigliacco. Giustiniano, per lei, stilò una legge che concedeva alle ex attrici di sposare un uomo di rango superiore. Si sposarono e nel 527 vennero incoronati imperatori. Teodora costruì ospedali, orfanotrofi ed emanò leggi volte a tutelare le prostitute. Essa fu una strenua paladina della dignità e dei diritti delle donne, donna coraggiosa e indipendente. La sua immagine continua ancora oggi a ispirare l’arte, il costume e l’estetica. Teodora si occupò di interventi di riedificazione nei territori conquistati, tra cui Ravenna. Teodora e Giustiniano non sono mai stati a Ravenna, ma è lì, nella basilica di San Vitale che hanno fermato il tempo: la loro fu una vera storia d’amore.

Francesca da Polenta da Rimini: figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna. Francesca andò in sposa a Giovanni Ciotto Malatesta, signore di Rimini, ma si innamorò perdutamente di Paolo suo cognato. La loro storia è pura poesia: tra i due nacque un amore segreto che, quando fu scoperto, venne punito con l’uccisione dei due amanti da parte del marito Giovanni. Un amore tragico e appassionato il loro… che venne raccontato da Dante nel II cerchio dell’inferno. Lei la prima donna viva e vera apparsa sull’orizzonte poetico dei nostri tempi.

Teresa Gamba Guiccioli: nata a Ravenna nel 1800 da una famiglia aristocratica, fu una contessa sorprendentemente attuale ed anticonformista, dai principi liberali.

Ha sempre amato la letteratura sin dai tempi della scuola (al convento di Santo Stefano e al Collegio di Faenza). Essa ebbe tanti amanti, ma oggi viene ricordata soprattutto per la sua indimenticabile storia d’amore con il poeta e politico inglese George Byron. A dare testimonianza di questo amore le molte lettere ritrovate che i due amanti si scambiarono nel corso della loro travagliata storia d’amore. Teresa venne biasimata dai suoi contemporanei per le sue scelte controcorrente rispetto ai clichè che volevano le donne del suo tempo spose e madri, soggette al dominio del marito. Al contrario oggi è considerata donna iconica e dalla forte personalità, guidata da ideali romantici e da uno stile di vita libero ed insubordinato all’uomo. A lei Ravenna rende omaggio ristrutturando la sua casa, dove visse con George Byron per 3 anni.

Anita Garibaldi: nata in Brasile nel 1821 il suo vero nome è Anna Maria de Jesus Rebeiro da Silva, ma per tutti Anita. Questa donna è ricordata nella storia per l’attrazione fatale che provò per Giuseppe Garibaldi con il quale condivise coraggio, passione e giustizia. Fu Garibaldi a darle il nome di Anita. Essa seguì la rivoluzione e insieme a lui approdò nella difesa della Repubblica Romana; preludio della sua morte. Fu moglie coraggiosa e fedele fino alla sua morte per cui i ravennati la ricordano con affetto: Anita venne trovata morta nella fattoria Guccioli (RA), a soli 28 anni, ma conobbe i sentimenti più veri e profondi. Di Anita oggi viene ricordato il suo coraggio e il suo sacrificio per la causa italiana e la terra in cui è morta e l’ha amata ancora profondamente.

 

M.P.F.


Foto allegate

Amalasunta
Teodora
Paolo e Francesca
Teresa Gamba Guiccioli
Anita Garibaldi
 
 
 
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