Jacob Wegelius
La scimmia dell’assassino
Traduzione di Laura Cangemi
Iperborea, 2020, pp. 544, € 18,00
Un giallo divertente, La scimmia dell’assassino, adatto per ragazzi e adulti, che ci porta da Lisbona all’India seguendo i mercantili che partono dalla foce del Tago, che ci svela gli intrighi ed i crimini nascosti dietro nomi importanti e rispettati, ma ci fa conoscere anche tanta amicizia, umanità e condivisione.
Divertente perché la protagonista è una scimmia, Sally Jones, che capisce gli umani, risponde con cenni della testa, sa scrivere, sa riparare macchinari di ogni genere. Intelligente ed intuitiva fa da macchinista sulla Hudson Queen, la barca di Henry Koskela, il Capo.
Ed è proprio la scimmia a raccontare i fatti con una vecchia macchina da scrivere ricevuta in regalo e riparata con pazienza.
Ne ha passato di guai Sally Jones, ma ha sempre trovato la soluzione, anche quando tutto complottava contro di lei. Quelli più seri sono iniziati quando il Capo è stato accusato e condannato a venticinque anni di carcere per l’assassinio di Alphonse Morro, nella zona del porto. Rimasta sola e additata come scimmia dell’assassino, sempre col pericolo di essere consegnata ad uno zoo, Sally Jones, testimone dell’accaduto, vuole trovare le prove per scagionare il suo amico.
Quando si rifugia dietro gli abbaini ed è lacerata dai morsi della fame, Ana Molina è la sua salvezza. Lei lavora in una fabbrica, ha una bellissima voce e un fidanzato violento. Nello stesso palazzo abita e lavora il signor Fidardo, liutaio che crea e ripara strumenti musicali. I tre diventano un gruppo indivisibile, capaci di aiuto reciproco.
Collaboratore è l’oste del Pelicano, non affidabile è un ispettore, discutibile la figura di un alto prelato, importante il custode di un cimitero che riceve periodicamente lettere e soldi da una località dell’India, con indicazioni di curare la tomba di una giovane donna.
È proprio al cimitero che Sally Jones ha una intuizione, aiutata dal ritrovamento di un medaglione e da poche parole per una donna amata, che fanno supporre che Morro non sia morto ma che si sia allontanato, chissà per quale mistero.
Così, tra una serie di peripezie superabili solo grazie alla fantasia feconda di uno scrittore, siamo trascinati sugli oceani, scopriamo strane e perfide creature, imprenditori interessati allo sfruttamento di territori ricchi di minerali preziosi, tentativi di comprare i favoritismi di un leggendario e ricchissimo maharaja indiano e una favolosa quanto inquietante vita di corte.
Intanto assistiamo alla trasformazione della vita di Ana Molina, che si fa apprezzare come cantante di fado e la cui voce giunge fino al maharaja, dove è arrivata anche la nostra Sally Jones alla ricerca delle prove che possano scagionare il suo Capo.
Ma non si può dire troppo sugli intrecci, sui colpi di scena, altrimenti togliamo il piacere della sorpresa, dell’avventura, del meraviglioso di questo giallo che volge alla fiaba.
Marisa Cecchetti