Faunesco nei lombi, bubolò
da un folto di barbagli lunari e gelo di palude
finché tutti i gufi dell’irta selva
vennero con un nero batter d’ali
a meditare sul richiamo di quest’uomo.
Non un suono, se non di una folaga ebbra
che barcollava verso il nido lungo il fiume.
C’erano stelle sospese in fondo all’acqua
una fila di doppi occhi stellati illuminava
i rami dove posavano quei gufi.
Un’arena di occhi gialli
osservò l’uomo che mutava forma.
Vide il piede farsi ungulato, e spuntare
come di capro. Vide un dio che si levava
e galoppava verso il bosco in quella guisa.
Trad. Anna Ravano