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Carlo Forin. Del libro di papa Francesco “Ritorniamo a sognare”
16 Dicembre 2020
 

Papa Francesco

Ritorniamo a sognare

La strada verso un futuro migliore

Piemme, 2020, pp. 176, € 15,90

 

Vi invito con entusiasmo a leggere il libro straordinario del Papa (uscito in questo dicembre) che ha la capacità di offrirci il bene che ci portiamo via da questo 2020: la via da percorrere per godere un futuro migliore.

È capax Dei, pieno di Dio (e della forza per agire). Io ve lo garantisco da sociologo.

Cominciate a leggere (a pag. 157) dalla poesia “Speranza” di Alexis Valdez in due pagine.1

In cinque minuti l’assaggio vi inviterà ad entrare nella prosa materiale: (a pag. 159-163) Austin Ivereigh, scrittore e giornalista britannico, narra che in pieno lockdown (il 27 marzo 2020, una quindicina di giorni prima della Pasqua) nacque l’idea del libro. Dopo Pasqua il Papa aveva chiesto di istituire una commissione vaticana per ‘preparare il futuro (: 160)’. Vedeva che la Chiesa non doveva soltanto rispondere alla sfida del covid, ma contribuire a plasmare il futuro che le seguirà.

Austin propose al Papa l’idea di render partecipe il pubblico più ampio. Il Papa aderì subito e chiarì che avrebbe avuto bisogno più di una serie di domande in modo da rimeditare e correggere bene, con la preoccupazione di non distribuire un semplice ricettario.

Dal mio punto di vista osservo: quello che considero il mio padre spirituale ha operato in perfetto stile DA DUE UNO: il dialogo ha combinato il pensiero ‘spagnolo’ del Papa nel pensiero ‘inglese’ dello scrittore, che si è attenuto scrupolosamente alla sua fonte. La struttura del libro è in tre tempi: vedere, scegliere, agire. Nelle conversazioni avvenute in luglio-agosto con lo scrittore il Papa ha approfondito “le due aree del suo pensiero sull’unità dell’azione, tra loro correlate, che sono state in qualche modo il suo progetto di vita e la chiave della sua leadership spirituale” (161).

Il Papa è stato vagliato come il grano: nel tempo del vedere, ebbe il suo Covid personale: il 13 agosto 1957,2 al secondo anno di Seminario, un prefetto avvertì che la sua non era una normale influenza e lo fece ricoverare in ospedale. Gli estrassero un litro e mezzo di acqua da un polmone e poi lottò tra la vita e la morte. Una suora lo salvò con la decisione di raddoppiare la dose del farmaco prescritta dal medico (una combinazione di penicillina e di streptomicina). Un’altra infermiera gli fornì in segreto dosi extra di calmanti per lenire il dolore.

Dunque, più ancora di Papa Giovanni Paolo I, Papa Francesco ha un mezzo polmone!

Tra il primo passo, quello di avvicinarti e lasciarti colpire da ciò che vedi, e il terzo passo, cioè quello di agire concretamente per curare e riparare, c’è uno stadio intermedio essenziale: discernere e scegliere. Un tempo di prova è sempre un tempo in cui le vie del bene che conducono al futuro vanno distinte da altre vie che non portano da nessuna parte, o che vanno a ritroso. Se facciamo chiarezza facciamo il primo percorso (59)”. Segue il dettaglio del tempo del scegliere (59-108) col traboccamento della scelta di grazia.

Infine è descritto il tempo dell’agire (111-151) che più mi riempie di gioia. Io mi rammarico di aver impiegato una settimana a leggere questo libro che, adesso, leggerò in un giorno, di nuovo, con entusiasmo.

La Chiesa è nata proprio qui, nella periferia della Croce, dove ci sono tanti crocifissi. Se si disinteressa dei poveri, cessa di essere la Chiesa di Gesù e rivive le tentazioni di trasformarsi in una élite intellettuale o morale. L’unica parola per qualificare la Chiesa, quando si estranea dai poveri, è ‘scandalo’. Andare nelle periferie geografiche ed esistenziali è la via dell’Incarnazione: Dio ha scelto la periferia come luogo dove rivelare, in Gesù, la sua azione salvifica nella storia” (137).

Vi garantisco delle squisitezze sociali che mi trattengo anche di enunciare tanto sono belle da narrare. Nessuno resterà deluso.

Leggete: Gaudete et exsultate –pur bello– è solo un manualetto al confronto.

 

Carlo Forin

 

 

1 Quando passerà la tempesta e le strade si saranno placate e saremo i sopravvissuti di un naufragio collettivo (…)

2 Pag. 47.


 
 
 
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