Il reato di stalking (dall’inglese to stalk, letteralmente “fare la posta”) è entrato a far parte dell’ordinamento penale italiano che ha introdotto all’art. 612-bis c.p., il reato di “atti persecutori”, il quale punisce chiunque “con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
Daniele Nicastro
Stalker
Einaudi, 2019, pp. 160, € 10,00
STALKER di Daniele Nicastro è un libro che mi ha risucchiato nel suo vortice di pericolosa attrazione e disperazione sconosciuta fin dal secondo paragrafo, un libro che ho scelto per l’argomento affrontato: quello del corteggiamento di un uomo per una donna che finisce per diventare una tortura, un libro che ho scelto perché ero curiosa delle parole di un uomo che parla di violenza alle donne, un libro che ho scelto per l’interesse di leggere letteratura per ragazzi, vedere quali spunti possono arrivare a noi grandi con i quali comprendere ed aiutare le nuove generazioni.
I titoli dei paragrafi raccontano nei passi che avanzano il sentimento morboso che un uomo nutre per Floriana, la giovane protagonista, nel corteggiamento che cresce nel tempo in un’unica direzione -quella dell’uomo, mentre le tappe interiori descrivono il vortice in cui lei viene risucchiata: un insignificante incontro, l’essere lusingata per complimenti che riceve da uno sconosciuto, il dubbio di mandare messaggi contraddittori, il sentirsi via via meno sicura e meno libera perché osservata, anticipata, controllata ed invasa nella sua vita.
Nomi ai capitoli che descrivono la storia dello stalkerare: Incontro, falso allarme, l’ammiratore segreto, messaggi, la via pedonale, una ragazza intelligente, il corriere, all’oratorio, minacce, vergogna, anime gemelle, bugie e silenzi, cosa mi metto? L’appuntamento, rabbia, confessioni, la casa delle donne, oggi, commissariato San Paolo e Oratorio San Giuseppe. Incubo da sveglia. Epilogo. Capitoli in cui il lettore cade, si perde, si confonde, si spaventa, si nasconde, si vergogna, si colpevolizza, si annienta e muore dentro. Tutti sentimenti che appartengono a Floriana, a chi vive una situazione ripetuta di molestie e che vive la confusione in cui è difficile riconoscere i contorni: È persecuzione regalarti dei fiori, i tuoi dolci preferiti, darti il buongiorno e chiedere com’è andata una verifica? È persecuzione volerti bene, amarti desiderare di starti sempre vicino?
L’autore, con delicatezza e chiarezza, ha saputo coglierne l’oblio e il dubbio, ed ha saputo gettare le reti per il salvataggio focalizzando la sincerità delle amicizie, la centralità di un genitore: Avrebbe voluto riempirlo di schiaffi e punirlo con le sue stesse mani, ma per spezzare un vortice di violenza bisogna fare la cosa giusta, non la più facile... Affidiamoci a chi ha esperienza di queste cose, sono le persone giuste. La competenza di un centro antiviolenza: Andiamo alla Casa delle Donne. Ci aiuteranno, ci consiglieranno i passi da fare per liberarci dello stalker, ed il lavoro delle forze dell’ordine: La legge tutela la salute psicofisica del soggetto offeso. Non deve verificarsi necessariamente un danno visibile, ma è sufficiente che si verifichi un’alterazione del normale equilibrio, che sfoci in: un grave e perdurante stato di ansietà; un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di una persona alla quale è legata da una relazione affettiva; ultimo, ma non meno importante, un’alterazione delle proprie abitudini di vita.
Un libro in cui ho sofferto con Floriana, perché ho sentito davvero quella paura: Floriana pensa che tutti sembrano volerla aiutare e si sente un po’ più coraggiosa anche se, è vero, non sa ancora quando finirà l’incubo dello stalker, ma non poteva restare in una gabbia di paura. Vivere così era insopportabile. Ma è un libro di vita che insieme ha saputo darmi la certezza che nessuna vittima di violenza deve sentirsi sola e non compresa: la società fatta anche di uomini -da qui uno scrittore che ne parla!, le istituzioni, le madri e le giovani generazioni stanno tutte crescendo nel riconoscimento della violenza e del diritto al rispetto. Ne stiamo facendo di strada dalla Convenzione di Instanbul!
Barbarah Guglielmana