Come ci si deve comportare con i propri animali domestici, in particolare con i cani, se ci si trova nella situazione di essere sospetti di infezione o infetti, posti in quarantena da Covid19 presso il proprio domicilio?
Al momento non ci sono prove che gli animali domestici possano trasmettere l'infezione, ma per evitare che il pelo possa fare da vettore al virus, vanno adottate tutte le precauzioni in caso di sospetto, o infezione accertata da coronavirus, e quindi evitare il contatto diretto e ravvicinato.
Il Ministero della Salute ha emanato da tempo delle linee guida, che oggi risultano sempre utili e che riportiamo. Gli scenari presi in considerazione sono due, il primo quando il nucleo familiare, o il proprietario, è in quarantena a casa (scenario A) e il secondo quando viene ricoverato (scenario B).
Si consiglia laddove possibile di lasciare il cane nel proprio domicilio e in caso il nucleo familiare fosse in quarantena, e quindi impossibilitato ad uscire, a far fare la passeggiata e i bisogni fisiologici al cane con amici, parenti e in caso volontari. La persona che porterà fuori il cane dovrà adottare tutte le precauzioni del caso, guanti, mascherina evitando il contatto anche con altri cani. Nel caso dei ricoveri e quindi in caso di animali soli si consiglia di spostarli dal loro domicilio prevedendo un isolamento di 72 ore per per minimizzare la carica virale potenzialmente presente sul pelo dell’animale.
Scenario A
Nucleo familiare composto da una o più persone sospette di infezione o infette, poste in quarantena presso il loro domicilio.
Dove ospitare l’animale
In questo scenario, è assolutamente consigliabile che gli animali da compagnia restino presso la famiglia. La persona infetta deve evitare il contatto ravvicinato con l’animale, comportandosi verso di esso con le stesse precauzioni adottate per gli altri familiari. Laddove non fosse possibile detenere l’animale con garanzie adeguate, ci si potrà comportare come descritto nello scenario B.
Possibilità di uscita
I cani che per esigenze fisiologiche necessitano di uscire, non avendo a disposizione spazi esterni recintati di dimensioni idonee in relazione alla mole dell’animale, per lo svolgimento dell’attività fisica, possono essere condotti fuori per l’espletamento delle necessità fisiologiche, sotto controllo di persone che si rendano disponibili a farlo (parenti, amici, volontari debitamente informati); tali persone dovranno adottare tutte le misure necessarie per evitare il contatto con i soggetti sottoposti a misure di controllo. Per il conduttore sarà sufficiente munirsi di guanti e mascherina, evitare contatti troppo ravvicinati con l’animale e condurlo al guinzaglio, garantendo le distanze sociali da altre persone o animali.
Per i gatti saranno consentite le uscite ai soggetti abituati a farlo, se sarà possibile garantire una delimitazione dell’area esterna (es. giardino confinato da reti anti-scavalco), al fine di evitare contatti con altre persone e/o animali.
Campionamenti sull’animale
Dal momento in cui vengono adottate misure specifiche nell’uomo per COVID 19, accertata la presenza di animali domestici, deve esserne fatta segnalazione ai servizi veterinari della ASL.
Al momento del primo tampone effettuato sul componente di un nucleo familiare, nella scheda epidemiologica sarà compreso anche il censimento degli animali da compagnia e nelle interviste dei giorni successivi, operate da remoto, sarà monitorato anche lo stato di salute di tali soggetti.
Nel caso in cui durante il monitoraggio da remoto si rilevino manifestazioni cliniche negli animali che richiedano l’intervento veterinario, il veterinario ASL sottoporrà a test il cane, gatto o furetto e ripeterà il test dopo 7 e 14 giorni, con invio dei campioni all’IZS competente per territorio. In caso di positività, i tamponi saranno ripetuti ogni 7 giorni fino a negativizzazione. L’animale non sarà allontanato dal nucleo familiare, salva la necessità di ospedalizzazione presso un centro veterinario, per garantire le cure medico veterinarie che si rendessero necessarie.
Scenario B
Nucleo familiare composto da una o più persone sottoposte a ricovero per COVID-19, con animali che restano soli.
Dove ospitare l’animale
In questo scenario, ci sono due possibilità:
a) se ci sono persone disposte ad accudire l’animale o gli animali (comprese associazioni note attive sul territorio), lo potranno fare accogliendoli presso il proprio domicilio, oppure curandoli presso il domicilio originario preventivamente disinfettato secondo le indicazioni dei competenti Servizi, nel rispetto del benessere animale. A seconda della situazione epidemiologica, il servizio sanitario potrà disporre il test su tamponi prima dell’affidamento. In caso di spostamento dell’animale da un domicilio all’altro, è preferibile mantenere l’animale in isolamento per almeno 72 ore, per minimizzare la carica virale potenzialmente presente sul pelo dell’animale, fermo restando che deve essere previsto il suo accudimento.
Da evitare bagni con sostanze aggressive per la cute dell’animale, anche perché nel lavaggio esiste un rischio potenziale di esposizione dovuto agli schizzi d’acqua. Volendo lavare le zampe o l’animale, si consiglia di farlo dopo le 72 ore con i normali shampoo detergenti per animali, eventualmente a base di clorexidina. Esistono inoltre formulazioni spray e gel a base di clorexidina che potrebbero sostituire il bagno.
Il personale a cui viene affidato l’animale dovrà essere munito di adeguati DPI (guanti e mascherina FFp2) e dovrà essere formato per rispettare le dovute norme igieniche e di biosicurezza.
L’ente che dispone l’affido comunica al Dipartimento di prevenzione della ASL l’elenco delle persone affidatarie al fine di eventuali controlli sanitari.
b) Se nessuno si può occupare dell’animale o degli animali, essi saranno affidati al canile sanitario, dove dovranno essere ricoverati in gabbie singole, possibilmente separate, per evitare il rischio di diffusione di COVID-19 e di altre infezioni diffusive.
Donatella Poretti,
consulente Aduc sui diritti degli animali
(da Aduc > “Vita da Cani”, 3 novembre 2020)