Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
Simone Cristicchi, Nicola Brunialti
Abbi cura di me
Illustrazioni di Simone Rea
Lapis, 2019, pp. 64, € 15,00
E questo è il tempo delle piccole cose, una parola inaspettata che era sfuggita più a chi voleva dirla che a chi voleva sentirla, un fiore secco ben stirato dentro un libro dimenticato: Tu non cercare la felicità semmai proteggila, un sorriso negli occhi di un volto coperto: Perché mi trema la voce come se fossi un bambino, l’ascolto non interrotto di una voce prossima, e l’abbraccio che diamo alla nostra pelle per conoscerla, per vedere che è la stessa con cui è stato fatto tutto l’essere umano, ed imparare che averne cura della propria è darne altrettanto a quella altrui, averne per l’altrui è imparare ad averne cura anche per la propria, dipende da che prospettiva si manchi... Più che perle di saggezza sono sassi di miniera / Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera. Chicchi -seminati, non insepolti, nella carta di uno scrigno ABBI CURA DI ME, un libro con parole di Nicola Brunialti e Simone Cristicchi, con i disegni ondeggianti negli umori -tra sprofondamento, scavature, immersioni, anneggamenti, galleggiamenti e scalate di Simone Rea, colori che si alternano, si rinforzano, si scontrano e si mischiano: E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri. È proprio quello che mi serviva questa mattina: Non cercare un senso a tutto / perché tutto ha un senso.
Carta bella, edizione LAPIS che trovo elegante e maneggevole, dentro questo libro tesori: il fiore del cemento, la sinfonia dei fili d’erba, il sasso con la sua preistoria, la legna che si fa materia di se stessa: La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere. E che bell’uovo ha dipinto Rea, con la sua perfetta forma ma senza colore, l’ha perso con la sua totipotenza o deve ancora sceglierlo? Posso colorarmelo? La pittura rupestre dell’uomo sul suo cavallo tenta in diverse mosse di domarlo, il quadrupe fedele alla sua natura sembra portare l’uomo in ogni dove, in quel dove che deciderà la strada: Tu allora vivilo adesso / Come se fossi l’ultimo / E dai valore ad ogni singolo attimo. Scarpe maschili tra la forma tedesca e quella antifortunistica ballano con sensuali tacchi a spillo, si scambiano le calze, un incontro tra i generi e la comprensione del nostro essere doppio: Ti immagini se cominciassimo a volare / Tra le montagne e il mare... Che siamo in equilibrio / Sulla parola insieme.
In copertina e in chiusura la casa rossa, attraversata dal fiore dell’asfalto, e vicino un sasso, la pietra d’angolo, a guardare questo matrimonio: Basta mettersi al fianco invece di stare al centro. Intanto riemergo: Ognuno combatte la propria battaglia, e il mio annaspare sviluppa trofismi naturali, ingentilisce l’ugola, approfondisce il vedere, accarezza nel rispetto le rughe delle mani: E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte. Colori grigi neri azzurri impolverati reaiani pennellano le nostre membra: Perchè l’impresa più grande è perdonare se stesso. Farfalle, nuvole buie, cubi e cerchi dicono Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo... Che tutto è così fragile. .
Barbarah Guglielmana