Emilia Giorgetti
In punta di piedi d’estate
Giovane Holden, 2020, pp. 386, € 15,00
Ambientato alla fine della prima guerra mondiale in una villa di campagna circondata da campi, viti, olivi e giardini, il romanzo ha la durata di un’estate.
Dopo sei anni di assenza fa ritorno per le vacanze estive Gemma, grande amica di Elena, la proprietaria della villa. Si sono conosciute ai tempi lontani del collegio, ed ora Elena è la moglie di Giorgio e madre di sette figli.
Intorno alla famiglia ruota una serie di personaggi - familiari e servitù, contadini che lavorano nei campi della proprietà insieme alle loro famiglie e agli animali, il prete, i nobili di una villa vicina, ma soprattutto i parenti che arrivano in campagna per sfuggire all’afa estiva.
È una fantasmagoria di personaggi, in mezzo a schiamazzi di bimbi, a passeggiate nei boschi, a merende sui prati, alla pesca nel rio, a uscite a cavallo, a eventi di ogni genere e spessore, sacri e profani, che dilata i due mesi estivi tanto che si perde la nozione del tempo. Ogni personaggio si staglia tra gli altri come una figura a tutto tondo: c’è chi ama lo studio e la ricerca, chi il buon cibo e il vino, chi parla con gli uccellini. E ci sono due infaticabili cuoche a sfamare la tribù.
Gemma, che porta con sé il dolore di una perdita che non ha ancora accettato, è trascinata dai ritmi di quella casa. Lei osserva, registra, partecipa. La pace della campagna, il verde, l’amicizia sincera, la varietà delle giornate, i lunghi momenti di riflessione e di confronto, ne fanno lentamente una persona aperta alla vita ed a nuovi incontri.
Intanto nascono amori, alcuni sofferti e contrastati, ma si vivono situazioni di disagio - la cognata Bianca, anche se ospite, è sempre pronta all’attacco -; si recupera il passato individuale e la Storia comune. La grande tavola del salone vede crescere di giorno in giorno il numero degli ospiti, per la gioia di Elena che ama ricevere. Un angolo di pace e di benessere.
Ma le tensioni sociali del dopoguerra sfociate negli scioperi, la paura del comunismo con le sue idee di eliminazione della proprietà privata, le violenze crescenti perpetrate da bande di facinorosi neri, toccano i nostri personaggi e li portano a porsi domande su quale sia la strada da seguire.
Romanzo attraversato da amore e dolore, In punta di piedi d’estate ricostruisce il linguaggio e lo stile di vita di una famiglia borghese a inizio del secolo scorso, scandisce le opere e i giorni nel ripetersi dei riti, in un’altalena di piccole cose, nel rispetto delle regole della buona educazione, aperto comunque alla sorpresa ed all’attesa; si allarga e sosta sul paesaggio recuperando colori, voci, profumi, riuscendo a ricostruire - volutamente andando controcorrente con la scelta linguistica - il ritmo e l’atmosfera dei romanzi dell’ottocento.
Marisa Cecchetti