Pop. Acida metropolitana. Surrealonirica. Psichedelia esistenziale. Provocazione intellettuale che è analisi del sociale per ribaltarne le diversificate forme di ipocrisia. Ricerca estetica. Big Bang creativo. Come definire l'arte dell'inossidabile duo inglese Gilbert & George?
Davvero indefinibile, se non ineffabile, tanto è articolata e complessa, ma di potente e immediato impatto, l'arte di questa fantastica coppia, così english e così cosmopolita, un geyser esplosivo di colori e assemblaggi e mosaici e ricomposizioni e suggestioni, una tecnica mista per grandi opere che si avvalgono di perizia artigianale e tecnologia contemporanea (digitale compreso), un cocktail avvolgente e coinvolgente, dissacrante e nel contempo per contraltare, con la parte critica destruens, di somma eticità (ovvio che i benpensanti non saranno mai d'accordo).
Per chi volesse stupirsi e uscire in una nuvola di riflessioni, navigando il pensiero nella considerazione di quanto sia talora labile il confine fra dramma/tragedia e farsa, fra nuovi dubbi, esilarante divertissement e il senso di un vasto impegno, è il caso di visitare la mostra, a cura di Rudy Chiappini, allestita per Gilbert & George dal Museo Casa Rusca di Locarno, aperta sino al 18 ottobre. Una opportunità oltremodo importante per Casa Rusca, che ci ha già abituati a grandi nomi e a grandi contenuti. Gilbert & George hanno tenuto mostre nei più prestigiosi musei mondiali: dal Centre Pompidou di Parigi all’Art Museum di Shangai, dalla Tate Gallery di Londra al MoMA di New York. L'istituzione locarnese per l'ennesima volta si segnala come un luogo di rinomanza internazionale e di superiore valenza culturale.
In mostra vi sono cinque gruppi di opere, per un numero totale di sessanta, realizzate tra il 2008 e il 2016 che trattano i più controversi temi... “imponenti e dirompenti, scelte con cura appositamente per ogni spazio del Museo, caratterizzate da immagini intense e cromatismi accesi, dominate da una caleidoscopica simmetria speculare [...] un grande affresco dalle violente cromie”.
Una carriera iniziata nel 1970 con una leggendaria performance The Singing Sculpture, in cui i due si affermavano come “sculture viventi”. E sempre insieme, come un’unica entità artistica; difatti la firma è unica per tutte le realizzazioni. “Con i mezzi dell’ironia pungente, il rifiuto delle etichette e la voglia di mettere tutto in discussione, senza necessariamente fornire risposte alle domande suscitate. L’arte di Gilbert & George nasce da un punto di osservazione privilegiato: la loro casa-studio situata nell’East End londinese, un quartiere dove la convivenza tra diverse fasce sociali, etnie, valori e costumi permette loro di essere costantemente in contatto con i molteplici aspetti della vita quotidiana di una grande metropoli. Attraverso un’osservazione meticolosa del tessuto urbano, Gilbert & George s’impadroniscono della ricca varietà di graffiti, scritte e testi affissi abusivamente nelle strade vicino alla loro abitazione. Ne scaturisce un repertorio ricco di immagini allo stesso tempo elettrizzanti e spaventose, teatrali, austere, bizzarre, in cui i due artisti dividono la scena con titoli di giornali, avvertimenti, pubblicità erotiche, scorci urbani, iconografia religiosa, bandiere e slogan”.
Ci perdiamo così, da un piano all'altro della stupenda architettura locarnese dove luci e ombre giocano fra loro nel bianco che riveste archi e logge, in Utopian Pictures (2014) – con Gilbert & George “che fissano lo spettatore mascherati e/o con delle corone. I loro corpi sono parzialmente oscurati dalla calligrafia che riproduce le iniziali del monarca Re Giorgio VI. In sovraimpressione appaiono degli avvisi che trasmettono un’atmosfera cupa di minaccia e di sfida, tra le voci dell’ordine civico e l’esortazione a ribellarsi, tra l’accettazione e la sicurezza delle regole e il volatile libero arbitrio dell’individuo” –, in Jack Freak Pictures (2008) – “la bandiera britannica (nel linguaggio comune Union Jack) è ridotta a pattern decorativo all’interno di un mondo denso di figure specchiate e di simboli enigmatici. Ogni opera è costituita da più livelli in cui si giustappongono i corpi degli artisti in molteplici pose: distorti, smembrati, strizzati o abnormi. Il cerchio e la croce ricorrono in maniera quasi ossessiva, avviluppate con degli elementi materici (medaglie e amuleti). La serie Jack Freak è invadente, mostruosa e claustrofobica e suscita l’impressione che Gilbert & George celebrino tutto ciò che è intrinsecamente strano (tradotto dall’inglese, freak indica appunto qualcuno o qualcosa di inusuale, singolare) –, in Scapegoating Pictures (Capro Espiatorio) – “Gilbert & George compaiono invece insistentemente in una successione di forme mascherate o come se fossero stati fatti esplodere in mille pezzi. Protagoniste delle composizioni sono le bombolette di gas esilarante all’ossido d’azoto, conosciute come hippy crack. Queste “bombe”, sinistramente onnipresenti, sembrano asserire le conseguenze del dare la colpa ad altri: la produzione costante di odio e risentimento, la determinazione ad aggredire, a schierarsi, a radicalizzarsi. Le Scapegoating Pictures raccontano la complessa coesistenza di fedi, politiche e stili di vita, in tutte le loro sfumature, dal fondamentalismo religioso al laicismo capitalista” –, in London Pictures (2011) – “annunci di violenza, passione, squallore e avidità. Ogni pannello allinea titolazioni accomunate da un termine forte (per esempio Accused, Pervert, Hate, Kill) accompagnate da una raffigurazione della Regina Elisabetta II, tratta da una moneta” –, in Beard Pictures (2016) – “Gilbert & George sono raffigurati con il volto e il corpo di un rosso vivo, gli occhi ombreggiati e imperscrutabili, circondati da recinzioni di filo spinato, spesso dinnanzi ad uno sfondo nero che evoca il vuoto. Indossano barbe follemente esagerate, vividamente colorate di un color malva-verde-viola, congiunte in strane forme architettoniche. Oppure assumono le sembianze di personaggi fumettistici dai corpi piccoli e dalle teste enormi. Dietro di loro uno stravagante fogliame ornamentale, numeri di telefono di escort, allarmi di vigilanza consumati dalle intemperie, profili numismatici di papi, monarchi o eroi”.
Come ben si comprende si tratta di una “rappresentazione” artistica estremamente composita, anche inquietante, visionaria, una sorta di esplorazione della paranoia contemporanea, dell'alienazione e dell’artificialità dei rapporti.
Bellissimo anche il catalogo ed esaustivo, un trionfo di immagini insieme con i testi di Michael Bracewell, del quale riportiamo uno stralcio: “Durante le camminate intorno a casa loro nell’East End di Londra, i due artisti vedono la moderna condizione umana. Accelerazione, religione, politica, affari, monotonia, tempo libero, festeggiamenti, violenza, denaro, storia, povertà, età, sesso, lavoro, speranza, novità, malattia, desiderio, intossicazione, bellezza, desolazione, amore, disperazione; il mondo radicalizzato; il mondo virtuale. Vedono la routine quotidiana e i sentimenti dei loro concittadini, di ogni estrazione sociale: il mondo moderno, veloce, multiculturale e multitecnologico. Impiegati e tossici. Vedono la gamma dei comportamenti umani. Gilbert & George osservano la vita della città in costante mutamento come si potrebbe osservare il tempo, o studiare la corrente inarrestabile di un vasto fiume. La loro visione è fedele a un realismo crudo, ma è anche profondamente romantica: trova un’emozione acuita o disturbata nelle cose comuni, in un modo che rende i soggetti della loro arte straordinari e riccamente atmosferici; individuali ma collegati da sentimenti normali. La loro visione deriva dall’unione di lucidità e sentimento acuito; la loro arte dall’equilibrio tra controllo e perdita di controllo”.
Monumentale ed emozionale, quest'arte, compendio di enigmi e arcano e osservazione minuta, arcobaleno sentimentale e caustica documentazione del quotidiano, romantica, gotica e realistica, immane interpretazione e fantasia wild, Gilbert & George... A Casa Rusca. Da non perdere.
Alberto Figliolia
Gilbert & George. The Locarno Exhibition. Museo Casa Rusca, Piazza Sant'Antonio, Locarno (CH).
Orari: da martedì a domenica 10-12/14-17, lunedì chiuso. Prenotazioni: tel. +41 (0)91 756 31 85. Contatti: Dicastero Cultura Città di Locarno, Piazzetta de’ Capitani 2, Locarno (CH), tel. +41 (0)91 756 31 70, e-mail servizi.culturali@locarno.ch, sito Internet www.museocasarusca.ch, www.locarno.ch, www.facebook.com/casarusca, www.instagram.com/casarusca.