Se ne è andato di soppiatto, senza far rumore, quasi a voler continuare a colloquiare con arguzia e intelligenza di arte, mettendo in gioco la sua cultura, che a iosa spandeva senza risparmiarsi, quasi a voler penetrare nell’intimo di ognuno e scuoterne interesse e curiosità, in un momento in cui tutti abbiamo bisogno di nutrirci di un sapere consapevole, non banale, scelto ed espresso con competenza.
Philippe Daverio se ne è andato il 2 settembre 2020 a Milano, spento da un male inesorabile, che lo ha reso vulnerabile e ha fermato la sua forza di comunicatore misurato, di critico d’arte eccezionale, di divulgatore dalla battuta arguta, attenta e intelligente.
La sua parola dava corpo ad ogni opera d’arte fino a renderla tangibile, si insinuava nel pensiero di chi ascoltava e dava vita alla storia di personaggi e di situazioni in un racconto in cui ogni disciplina trovava il suo punto di convergenza. Imperdibili i suoi appuntamenti serali che si sperava non finissero mai, perché capaci di aprire ogni porta del sapere, facendo dell’arte un’amica indissolubile che si mutava in nutrimento ad ogni età.
Dotato di una cultura poliedrica e di onestà intellettuale, geniale nelle scelte, garbato nel racconto, elegante ed ironico, di grande competenza e professionalità, con un linguaggio semplice e fortemente comunicativo, ha saputo raccontare l’Italia e l’arte in genere con un amore e una passione che nessun tempo potrà mai cancellare. (Anna Lanzetta)