Sopra steli e volute di ginestrone,
erbe appiattite dalle pecore,
muro di pietra e trave di colmo
sorgono come prua di nave
tra le bave di nebbia di quell’entroterra
meta di pochi escursionisti:
dimora dell’inafferrabile
pernice e del vispo coniglio,
dove nuova lena e stivaloni
aiutano la salita di collina
in collina e attraverso acqua torbosa.
Ho trovato nuda brughiera,
un tempo senza colore
e la Casa di Eros
bassa di architrave, certo non un palazzo;
tu, più fortunata
scrivi di bianchi pilastri, di un cielo azzurro
dei fantasmi, benevolmente.
Trad. Anna Ravano