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Giuseppina Rando. Movide selvagge del “bel paese” 
Durante la fase 3 del Covid-19
23 Luglio 2020
 

Si leggono con disappunto e raccapriccio i recenti fatti di cronaca legati alla violenza rissosa e dilagante nel mondo della cosiddetta movida giovanile.

Da Roma giungono poi cronache impressionanti: bande di balordi ogni weekend “calano” su Trastevere e, fra i tanti giochi pericolosi, praticano anche la “gara di sputo” contro citofoni, maniglie, usci delle abitazioni. Se sono ragazzi imbecilli e sottosviluppati non si sa, si sa soltanto che sono vestiti tutti uguali, come in Arancia Meccanica, e terrorizzano i residenti del quartiere.

La fase 3 del Covid -19, già difficile in sé, è aggravata dal rischio contagio. Gli idioti “untori” sputerebbero di proposito su citofono e maniglie di casa dei residenti, con l’unico scopo di contagiare il virus. Lo denuncia, al Corriere della sera, Fiorenza Cipollone, donna di spettacolo e di mondo, costumista in tante produzioni Rai e film.

Scrive la Cipollone: Questi bulli sono energumeni che non riusciamo a fermare. Le abbiamo provate tutte, con denunce a ripetizione… Sono terrorizzata, barricata in casa… i livelli di violenza toccati ogni notte, ormai non più soltanto nel fine settimana, sono inimmaginabili. Dalla periferia o anche da fuori Roma arrivano bande di ragazzini vestiti tutti uguali, come in Arancia meccanica, con al polso un pugno di ferro. Ci sono anche ragazzi per bene, certo. L’idiozia non prevede distinzioni di censo.

Già nelle scorse settimane la polizia è stata costretta a chiudere diverse piazze per evitare gli assembramenti. Movide selvagge… dramma vero che non si riesce a controllare in nessun senso e sta diventando un grande problema di ordine pubblico ovunque.

Locali del Ravennate e di Bologna sono finiti al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine negli ultimi giorni e non solo per violazione delle norme anti-coronavirus, ma anche per quanto riguarda il divieto di assembramenti. Stesso scenario si ripete in molte località della Sicilia dove, purtroppo, nei giorni scorsi si è passati da 35 a 53 contagiati. E i contagi, a quanto viene comunicato dalla Protezione civile, sono in continuo aumento, in tutto il territorio nazionale.

Ci si chiede: quali le cause? Non è facile rispondere. Ovviamente non sono solo da addebitare alle bravate delle banda dei balordi. Si pensi piuttosto a chi continua a negare l’esistenza del Covid-19 e, in particolare, a quelli che, contro ogni evidenza, sostengono che il coronavirus ha cessato di essere un pericolo per la popolazione “posto che lo sia mai stato”. Negazionismo che, chiaramente, ha trovato terreno fertile nel menefreghismo e superficialità di buona parte dei giovani verso i quali il dottor Iacopello, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, ha avuto parole chiare e toccanti: ...i giovani possono diventare i principali diffusori della malattia anche se hanno sintomi lievi. I ragazzi hanno molti contatti con gli anziani. In questo momento i più giovani devono avere un altissimo senso di responsabilità: la salute degli anziani, dei loro nonni, dipende da loro.

I sindaci di tutte le località di villeggiatura, con circolari ed ordinanze, non tralasciano di ricordare ai titolari di bar e “ritrovi” che bisogna mettere da parte gli egoismi e far prevalere il senso di responsabilità ed il rispetto della vita propria e altrui. Appelli reiterati ai giovani e alle loro famiglie perché evitino situazioni di pericolo onde evitare provvedimenti restrittivi ricordando a tutti che la violazione delle disposizioni in materia sanitaria costituisce reato e comporta la chiusura immediata dell’attività commerciale.

Appelli – a quanto pare – caduti nel vuoto.

Massimo Recalcati, psicanalista, in un articolo (la Repubblica del 21-07-2020) dà della movida selvaggia e dilagante una lettura in chiave psicologica e come se fosse provocata dalle regole anticontagio, dalla privazione della libertà, delle relazioni affettive e dei contatti sociali… che si rivela violenza cieca, senza obiettivi e senza alcuna giustificazione (…) legata a un eccesso inespresso di angoscia.

Non credo proprio che la violenza tra i giovani sia sbocciata dalle restrizioni varate per arginare la pandemia, la violenza esisteva anche prima. Ritengo semplicemente che c’è alienazione in questi eventi, si scappa dalla realtà, rifugiandosi nelle certezze di una vita sregolata. Per me sono soltanto ragazzi superficiali che sconoscono il sacrificio e credo che a determinare il sentimento della libertà come diritto ad un divertimento senza limiti sia l’espressione di una educazione fallimentare, innanzitutto familiare.

 

Giuseppina Rando


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