I rappresentanti dei 27 Stati d’Europa hanno firmato Next Generation Act, l’intesa sul piano di spesa per l’aiuto agli Stati più colpiti dal coronavirus, dopo quattro giorni e quattro notti di trattative finite alle 5,32 di martedì 21 luglio 2020.
Anche stanotte, Rutte, dei Paesi Bassi, guida dei ‘Paesi Tirchi’ (meno colpiti), ha sfiorato la rissa con Conte, leader dei Paesi più colpiti dal virus. La solidarietà è passata al prezzo di una distribuzione diversa dalla proposta iniziale franco-tedesca di erogare 250 miliardi di finanziamenti e 500 miliardi a fondo perduto; 110 di questi sono stati trasformati in prestiti, c’è un controllo europeo della spesa, ed una minor contribuzione dai taccagni. La proposta ha tenuto.
L’esito è positivo. Aggiungo insieme l’augurio che le enormi difficoltà incontrate incoraggino tutti a proseguire l’unione con organi unitari sovrani (dei cittadini –con eliminazione dei sovranismi–, del fisco –con l’eliminazione dei paradisi fiscali–, dei diritti democratici etc.).
Gli Eurobond saranno emessi dall’Europa unita ed andranno a coprire le spese straordinarie causate dal coronavirus. Questo è un primo passo dell’unione sostanziale: una spesa ed una fiducia comune. Anche i controlli della spesa che verranno fatti dai ministri delle finanze riuniti saranno un vantaggio per l’Italia nel caso andassero a governare la parte adesso esclusasi nel ferragosto 2019 facile alla spesa.
I dettagli dello scontro segnalano gli Stati sovranisti, Ungheria e Polonia, tacciati di non rispettare i diritti democratici, dentro agli Stati Tirchi guidati dai Paesi Bassi, che sono sembrati una copia britannica degli europei: uniti per convenienza. Quando le istituzioni europee affronteranno la situazione fiscale interna ai singoli Stati l’ipocrisia olandese verrà smascherata; avremo il Neder-exit?
Godiamo del fatto che l’Italia, la più colpita, è anche la più beneficiata.
Carlo Forin