Continua a riscuotere grandi consensi "Bene avrai" l'ultimo lavoro della Barfì & Friends. Teatro tutto esaurito ad ogni rappresentazione e continue le richieste di prenotazione per chi non è riuscito ad aggiudicarsi un posto.
La Compagnia teatrale, viste le numerose richieste, ha deciso di mettere in programma un'ultima rappresentazione per giovedì 27 ottobre. Come in precedenza, la prenotazione si può effettuare presso la libreria "il 95" in Piazza Cavour, da venerdì 14 ottobre alle ore 9:30.
L'occasione ci consente di riproporre alcune note di Fulvio Schiano, sceneggiatore-regista, che illustrano i motivi ispiratori dello spettacolo e lo spirito che ne ha caratterizzato la realizzazione.
«La rappresentazione “Bene avrai” è la risposta a una volontà che sempre più pressante si era manifestata all’interno del piccolo gruppo della Barfì & Friends: partecipare a questo irripetibile evento del cinquecentenario dell’Apparizione della Vergine al Beato Mario. Chi ci segue fin dalla “Camola” sa che storia e tradizione locale sono gli ingredienti immancabili dei nostri racconti. Racconti che possono far ridere, piangere o riflettere; racconti che non hanno un cliché predefinito, ma che si strutturano ogni volta su registri completamente diversi (anzi, la diversità strutturale delle nostre rappresentazioni sta diventando curiosamente un fatto che ci caratterizza e del quale siamo orgogliosi…).
«Quando ho iniziato a pensare a come rappresentare l’Evento, le difficoltà sono subito apparse evidenti: le tracce che ha lasciato Mario Omodei sono così lontane e impercettibili che si ha quasi la sensazione di aggirarsi in un grande spazio buio e vuoto con un piccola lanterna alla ricerca di qualche cosa di ignoto. I fatti misteriosi sono molti, come molti sono i perché che si affacciano su questa vicenda: perché Mario, un uomo benestante, è stato scelto dalla Vergine, perché se ne sono perse le tracce, come è morto, perché per secoli si è ignorata l’importanza e il ruolo che quest’uomo ha avuto sul destino della nostra Tirano? È proprio il tentativo di rispondere a questi quesiti che ha determinato la necessità di innestare questo racconto di fede su una matrice storica che si è presto rivelata ricca di fatti legati al vivere quotidiano, al peso delle superstizioni, del potere... I repentini cambiamenti degli assetti militari e politici hanno poi aggiunto complessità ad un impegno che, realisticamente, era già di molto superiore alle nostre esili forze.
«Se siamo riusciti a realizzare questa idea è solo grazie alla “miracolosa” presenza di tanti, tanti friends: gli amici che ogni volta partecipano alle nostre piccole imprese, diventando essi stessi “membri effettivi” del gruppo, e che questa volta hanno sfiorato la quarantina. La maggior parte in scena ma molti dietro le quinte, per i lavori di consulenza, sartoria, falegnameria, pittura, scenografia, luci e montaggio di musiche e suoni. Obiettivo: dare emozioni rappresentando ancora una volta il teatro della vita e contribuendo, a modo nostro, all’azione di rivalutazione di questo personaggio che tanto ha dato alla sua gente e che merita di uscire dall’approssimazione leggendaria nella quale, per tanto tempo, è stato confinato».
Fulvio Schiano