Il 10 Giugno 1940 Mussolini annunciava l’inizio di una delle maggiori disgrazie vissute dal popolo italiano. E considerato che per rivivere quegli anni la cinematografia è uno strumento fondamentale, in occasione dell’ottantesimo anniversario da quel sciagurato giorno ho pensato – da storico di Milano appassionato di cinema – di presentare una filmografia comprendente i principali documentari e lungometraggi sulla città in guerra.
Questa puntata è dedicata ai primi, dei quali il più conosciuto è sicuramente Combat Film, che mostra le riprese girate da cineoperatori americani in tutta l’Italia. Per quanto concerne Milano, bisogna cercare nei capitoli intitolati Caccia ai fascisti. Dall’arresto dei gerarchi in Sicilia all’autopsia di Mussolini e in La resa dei tedeschi. Dalla cattura di soldati e ufficiali alla firma dell’atto di resa. In questi segmenti la città appare due volte: innanzitutto con piazzale Loreto, dove il 29 aprile 1945 confluì un’enorme folla per vedere i cadaveri di Mussolini e di altri importanti esponenti del Partito fascista. Quindi, la si può guardare nei dintorni della Scala e di via Santa Margherita (dove, nel famigerato Hotel Regina, avevano sede le SS e la Gestapo), da cui si vedono ritirarsi gli ufficiali tedeschi dopo l’accordo con gli americani. Ulteriori riprese ritornano il giorno dopo in un piazzale Loreto quasi vuoto, con degli uomini impegnati a raccogliere fondi a favore dei partigiani uccisi e le scritte coi nomi che identificato sulla trave di un distributore di benzina i corpi dei fascisti che erano stati esposti al pubblico.
Immagini della Liberazione di Milano, ma anche del processo e della fucilazione dell’aguzzino Pietro Koch sono montate in Giorni di gloria (1945) di Giuseppe De Santis, del futuro Maestro Luchino Visconti, di Marcello Pagliero e Mario Serandrei.
La casa dove sono avvenute le torture e le uccisioni ordinate dal famigerato Pietro Koch, situata in via Paolo Uccello, viene mostrata in tutto il suo orrore in Oggi è un altro giorno - Milano 1945-1995 (1995) di Bruno Bigoni e dello stesso Giuseppe De Santis. Il documentario presenta il “professor” Moni Ovadia che conduce una biciclettata storica gli studenti dell’I.T.S.O.S. di via Pace, tra immagini d’epoca, toccanti lettere di condannati a morte di membri della Resistenza e riflessioni delle nuove generazioni.
Fratelli d’Italia? (2009) di Dario Barezzi è girato negli spazi della Stazione Centrale e nei sotterranei posti sotto il Binario 21 che sono diventati il Memoriale della Shoah. Alle voci dei ragazzi si alterna il racconto diretto di alcuni sopravvissuti: tra questi, la narrazione più intensa, e sconvolgente nella sua pacatezza, è quella di Liliana Segre, dal 2018 senatrice a vita.
Infine, si deve citare Desmentegass. Molti non ricordano (2003) di Lamberto Caimi, il fotografo preferito da Ermanno Olmi. Il documentario si pone l’obiettivo di mantenere viva la memoria con il confronto tra le foto della città di oggi e le terribili immagini della guerra ed è accompagnato dalle poesie in milanese di Franco Loi, da testimonianze e ricordi. Tra questi, restano indelebilmente impressi quelli della strage della scuola di Gorla del 20 ottobre 1944, in cui morirono 184 alunni e 19 tra maestre e commessi a causa di una bomba sganciata da un aereo statunitense.
Purtroppo queste preziose opere non risultano facilmente reperibili (come invece dovrebbe essere), ma vi invitiamo a cercarle in rete o nelle biblioteche pubbliche. Anche perché, come sottolinea nel finale di Fratelli d’Italia la voce di Gioele Dix: “Spaventa il pensiero di quanto potrà accadere fra una ventina d’anni quando tutti i testimoni saranno spariti. Allora i falsari avranno via libera, potranno affermare o negare qualsiasi cosa” in nome di una strumentale (e vergognosa) revisione storica che ormai è in atto da decenni e che non sempre i giovani hanno gli strumenti per smascherare.